La prima domanda è: perché le altre nazioni europee hanno già allentato le restrizioni imposte per limitare i contagi?
A questo proposito mi è ritornato in mente il calvario dei membri della Commissione Grandi Rischi, l'organismo consultivo della Protezione civile, al centro del processo intentato nel 2011 dalla procura dell'Aquila con l'accusa di avere fornito "informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie alla popolazione, inducendola", secondo la Procura, "a comportamenti imprudenti a sei giorni dal sisma del 2009". La questione centrale del dibattimento, infatti, era la valutazione dell'eventuale condizionamento dei messaggi diffusi dagli esperti sui comportamenti delle persone che, rassicurate dalle affermazioni degli scienziati, preferirono, secondo i magistrati, restare nelle proprie abitazioni, dove trovarono la morte.
In pratica i membri della Commissioni furono accusati di non essere riusciti a prevedere il terremoto del 2009 che è un pò come non riuscire a prevedere i miracoli.... Abbiamo fatto ridere il mondo intero.
Il risultato di quell'atto di accusa, risoltosi con l'assoluzione solo in Cassazione, è che, senza serenità, oggi la Commissione Grandi Rischi preferisce prendere posizioni generiche che producono, però, tensione e caos nella pubblica opinione e nelle istituzioni.
Ecco, questo è quello che probabilmente sta accadendo con le Task Force tecnico scientifiche che supportano, anzi, dovrebbero supportare il Governo in questa emergenza. Diversamente non troverebbero una spiegazione logica tutte queste indecisioni e contraddizioni che caratterizzano l'incerta azione del Primo Ministro Conte il quale a sua volta ammette che le sue decisioni sono frutto dei pareri degli scienziati e degli autorevoli membri delle Task Force governative istituite per l'emergenza.
Ho l'impressione che, memori di quanto avvenuto alla Commissione Grandi Rischi, senza serenità e sotto la possibile lente di ingrandimento di PM e Procure, i membri delle Task Force Coronavirus, invece di attestarsi su posizioni generiche, preferiscano prendere posizioni conservative e rigide con in pratica il mantenimento del Lockdown e, anziché fornire pareri esclusivamente scientifici, si rifugino in pareri burocratici che li possano tutelare da eventuali azioni legali nei loro confronti. Il risultato è che così facendo producono non solo disagio e malumore ma anche rabbia e caos nella popolazione e nella filiera delle istituzioni che va dal Governo, alle Regioni financo agli amministratori locali, sulla quale filiera pende l'onere di adottare decisioni importanti proprio sulla base delle restrittive indicazioni delle varie commissioni scientifiche.
E qui si crea un corto circuito perchè anche le istituzioni, ad iniziare dal Governo, hanno paura di prendere decisioni diverse da quelle che vengono proposte dalle commissioni scientifiche proprio per non rischiare di essere un possibile bersaglio della magistratura, come ormai la storia, anche recente, ci ha insegnato e ci insegna. A questo punto non si può non evidenziare che c'è, quindi, un problema di opportunità a lasciare in esercizio organismi che non produrranno nulla, salvo procedere a determinare ulteriori e probabilmente inutili allarmismi. Pertanto restano solo due soluzioni sul campo: o il Governo individua una sorta di ombrello, uno strumento di protezione giuridica che consenta alle commissioni di operare in una specie di area protetta da uno scudo penale oppure le Task Force governative di scienziati e tecnici vanno sciolte perché allo stato attuale ogni loro presa di posizione crea solo sconcerto e danni.
Quest'ultima soluzione sarebbe, però, l'ennesima sconfitta della politica ad opera della magistratura.
La seconda domanda la domanda è: chi si prende la responsabilità di rimettere in moto l'Italia?
Alla luce dell'immobilismo del Governo (i peggiori ministri della Repubblica, tanti nel posto sbagliato al momento sbagliato) c'è qualcuno capace che è pronto a farsi carico di questa emergenza?
Dopo quasi 60 giorni di Lockdown l'economia di tutta Italia, già precaria, rischia di implodere ed è ormai evidente a tutti il ritardo del nostro Governo sulla risposta alla crisi.
Bisogna agire subito a sostegno dell'economia senza preoccuparsi dell'aumento del debito pubblico perché perdere tempo significa sprofondare in una recessione dalla quale potrebbe essere molto difficile venir fuori. Tutte le risorse devono essere utilizzate per proteggere le imprese e i lavoratori.
Conoscenza, coraggio e umiltà.
Concordo con chi afferma che "Chi vuole governare questo Paese deve aver queste virtù".
Ruggero Barbetti
V.Sindaco di Capoliveri