Una vibrante richiesta insieme a forti aspettative, sono contenute nella lettera che Confindustria Livorno ha inviato al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, per testimoniare la situazione di gravità nella quale sta vivendo l’Isola d’Elba, proponendo una possibile via d’ uscita dalla crisi che sta attanagliando le imprese di tutti i comparti economici, primo fra tutti quello turistico, con inevitabili conseguenze negative sia a livello socio-economico che sul piano occupazionale.
Un appello sostenuto dalle principali Istituzioni del territorio che è stato infatti sottoscritto da tutte le Associazioni di categoria, dai Comuni dell’Elba e dall’Assessorato al Turismo della Provincia.
La natura eccezionale della situazione di crisi dell’Isola d’Elba ha spinto l’intera comunità economica elbana a richiedere l’intervento di strumenti straordinari, che siano idonei a risollevare le condizioni economiche dell’Isola. E’ necessario che la Regione Toscana si attivi con le Istituzioni comunitarie competenti, per richiedere il riconoscimento dell’Isola d’Elba come zona franca doganale e fiscale.
“Tale riconoscimento – spiega Marco Mantovani, Vice Presidente di Confindustria Livorno e Coordinatore del Progetto Elba - consentirebbe, fra l’altro, di usufruire di agevolazioni fiscali come l’esenzione dall’applicazione dell’IVA anche sui servizi turistici, aumentando la competitività delle attività economiche dell’Isola, allungando la stagione turistica e favorendo l’attrazione di importanti investimenti sul territorio. L’esenzione o la netta diminuzione dell’IVA, come accade in i altre località Europee disagiate, come ad esempio Livigno, potrebbe essere la giusta misura fiscale per ridare all’Isola d’Elba quella condizione di parità su beni e servizi, rispetto a tutti gli altri cittadini italiani ed europei, compensando, almeno parzialmente, l’insularità.”
L’Isola d’Elba – si legge nella lettera inviata al Governatore Rossi - la terza isola italiana come estensione, da sempre vive una situazione di grave svantaggio competitivo con le altre località Italiane. Il costo della vita all’Elba, gravato dai prezzi maggiorati dei beni e da servizi sempre più lontani e inaccessibili, è divenuto insostenibile sia per i cittadini che per le imprese.
Questo grave svantaggio è stato in parte compensato fino agli anni ‘80 dalla Cassa del Mezzogiorno, che ha consentito alle imprese di accedere a finanziamenti per sviluppare le proprie attività, ma dagli anni ‘90, in assenza di investimenti agevolati, l’economia dell’Elba e il tenore di vita dei cittadini residenti si sono gradualmente deteriorati. Gli infiniti problemi delle lacune per la continuità territoriale, le tariffe dei traghetti e la crisi economica globale hanno aggravato ulteriormente la situazione.
Il riconoscimento dell’Elba come zona franca doganale e fiscale rappresenterebbe indubbiamente un’opportunità straordinaria per ridare ossigeno all’economia e per un incremento consistente degli investimenti e del benessere dell’intera comunità.
“Fra l’altro – prosegue Mantovani - l’esenzione IVA nelle località disagiate si è sempre dimostrata una misura fiscale estremamente redditizia anche per il sistema fiscale generale, che, pur rinunciando ad una minima parte di introito, si ritrova a beneficiare di enormi incrementi delle tasse sul volume di affari derivanti dall’attrazione di un turismo internazionale incentivato agli acquisti.”