Quello che ha scritto e pubblicato Andrea Galassi su ER il 5 maggio è sacrosanto. La cava della Crocetta è il simbolo del ritorno ad una normalità brutta, sciatta e arretrata, quella in cui si cancellano i crinali per farne pietrame. Il crinale in questione, peraltro, riveste sostanziali valori paesaggistici, ambientali e storici. Si tratta di ambienti di macchia e di pineta, attraversati da una sentieristica estremamente suggestiva e suscettibile di finalità di turismo esperienziale con basso o bassissimo investimento iniziale. La zona potrebbe collegarsi facilmente alla Grande Traversata Elbana.
Polverizzato quel crinale, il danno inferto al panorama e all’ambiente è irrimediabile e si ripercuoterà, a cascata, sulle scelte successive. Altre attività, in quella zona, non si potranno più svolgere. La Crocetta finisce così per diventare una specie di paradigma che sintetizza i molti errori fatti ieri e anche nel passato prossimo, come l’incauto allestimento di un Aquapark mostra in tutta evidenza.
Dice Andrea che “in questi giorni di quarantena è stato un profluvio di bei discorsi sul futuro Rinascimento prossimo venturo…”. Tutto azzerato! Eppure, in tanti, in questo periodo, abbiamo ricevuto attestati di condivisione e di stima per le cose fatte, e non soltanto in campo archeologico, per le interviste rilasciate a Edicola Elbana, per la presentazione del libro di Laura Pagliantini. Bene, o c’è un’azione autentica, efficace e collettiva, tutto questo fervore serve a poco.
E’ il tempo delle scelte. O si valorizza l’Elba per quel molto che ha, dal punto di vista del suo patrimonio territoriale di isola mediterranea, che è solo qui e non da altre parti, oppure ci si deve assumere una responsabilità pesante, quella di chi continua a erodere in maniera insostenibile un capitale prezioso, che si sta depauperando anno dopo anno. La rendita di oggi spalanca le porte al degrado e alla povertà di domani.
Condivido molto anche del documento pubblicato da Legambiente, articolata nei 33 punti. In particolare, trovo di strategica importanza:
- il potenziamento delle reti a banda larga, soprattutto per sostenere lo studio dei nostri giovani, l’aggiornamento-formazione diffusa per imprenditori, associazioni e cittadini, la costruzione di un turismo consapevole;
- le misure a sostegno dell’economia circolare;
- le piste ciclabili.
Sono rimasto colpito anche dal contributo di Daniele Mazzei sul progetto Smart Elba, che spero possa trovare discussione e condivisione e, alla fine, gambe per camminare.
Aggiungo che serve un progetto culturale globale. Dopo aver commesso molti errori nella gestione dell’emergenza in Francia, Macron ha capito che quello è un settore fondamentale e sta spostando lì cospicui investimenti. La cultura, dal mio punto di vista, non è il virtuoso passatempo di pochi eletti ma lo strumento che serve a costruire piani di condivisione, di dialogo, di mediazione, di risoluzione dei conflitti, di comprensione.
Interpellateci. Nessuno, da solo, saprà far fronte alla crisi che stiamo vivendo. Ma dobbiamo sperare. Sediamoci attorno a un tavolo e facciamo di molte debolezze una forza, di molti sparsi pensieri una sola intelligenza collettiva.
Franco Cambi, Università degli Studi di Siena