Si sono letti in questi giorni di "clausura" numerosi interventi autorevoli volti a suggerire , sollevare tematiche e indicare prospettive utili per uno sviluppo turistico, ambientale, culturale dell'isola d'Elba, nell'intento di studiare quel "country branding", ossia il posizionamento dell'isola nell'immaginario globale, dove l'Italia è ancora sinonimo di bellezza, di genio, di stile, e l'isola d'Elba, di mare , di naturalità, di paesaggio, di turismo, etc.
Questo posizionamento di brand ha impatti positivi sia a livello macroeconomico che nella vita di chi, andando nel continente o all'estero si è sentito lusingato perchè, in quanto fruitore dell'isola, è stato associato all'idea positiva di come le persone continuino a percepire l'isola d'Elba.
Ma le buone intenzioni spesso si scontrano con la triste realtà e l'ipocrisia delle istituzioni.
Nella conferenza sul governo del territorio toscano del 30 novembre 2017, il governatore Enrico Rossi dichiarava solennemente "...basta consumo di suolo.. il nostro deve essere un serio investimento sul futuro... a patto di non essere succubi degli interessi della rendita e degli speculatori..." " con la nostra legge tracciamo un perimetro...dentro questo perimetro non si consumerà più suolo ma si faranno altri interventi." E per fare ciò ".. è necessaria la crescita di una cultura diffusa della nostra identità territoriale ed urbanistica...
Peccato che a distanza di pochi mesi da queste convinte dichiarazioni la giunta regionale toscana presieduta dallo stesso Rossi abbia approvato la VIA, valutazione di impatto ambientale (non senza forzature urbanistiche e nonostante il parere contrario e vincolante dell'ente parco) dando così il via libera al Comune di Porto Azzurro per l'approvazione definitiva del progetto di ampliamento della miniera la Crocetta, avvenuto nel mese di novembre 2019; ampliamento che prevede l'estrazione di ca. 900.000 mc. e l'abbassamento del crinale di Cima Grande da 210mt. slm a 150 mt .con notevole impatto paesaggistico per molti anni.
Facciamo un piccolo passo indietro per capire come si è arrivati ad oggi: per poter essere "miniera" bisogna coltivare/estrarre minerali di 1^ categoria: il 2 agosto 1955 il ministero visto "... l'accaparramento, anche da parte di speculatori, dei terreni inglobanti masse euritiche.." manda una circolare dichiarando l'eurite come minerale di 2^ categoria a meno che non contenga il 60% di minerale feldspatico naturale o arricchito.
Nel 1981, in seguito alla istanza di Eurit per il rilascio della concessione mineraria presentata il 10.06.1980, (fino ad allora svolgeva attività di cava) vengono analizzati 3 campioni di minerale feldspatico, provenienti dal loro permesso di ricerca, rilevando una presenza rispettivamente di 38%, 33%,32% di feldspati; il 20/05/1981 dall'analisi di un (uno) singolo campione di materiale arricchito viene superato di 0,1 % il fatidico limite del 60% e precisamente 60,1% per cui in sintesi la cava diventa miniera e quindi di interesse pubblico o pubblica utilità.
Contro quell'istanza di Eurit, a differenza di ora, si oppose il Comune di Porto Azzurro, l'ass. coltivatori diretti, e 634 firme per la tutela ecologica.
Sono precise ed attuali le motivazioni con cui il Sindaco di allora C. Pazzaglia esprime il parere contrario il 17.12.1980: "il comune ha vocazione chiaramente turistica e la concessione mineraria ...deturperebbe l'ambiente irreversibilmente;..la ditta Eurit non offre sufficienti garanzie per il rispetto di convenzioni e di tutela ambientale, come dimostrato per le precedenti concessioni..." era un sindaco che vedeva molto più lontano degli amministratori attuali! Guarda caso sono le stesse contestazioni che abbiamo descritto nelle nostre osservazioni 40 anni dopo e che oggi vengono riprese anche da persone non direttamente coinvolte. (v. articoli di Franco Cambi e Andrea Galassi).
A differenza di oggi, dove l'attuale sovrintendente ".. vista la documentazione..." (non si parla di sopralluogo! Utile per una decisione del genere) dà parere positivo allo scavo del crinale della collina Cima Grande, per una profondità di 50 metri, con notevole impatto visivo e paesaggistico, quello di allora giustificava il rilascio del parere positivo al fatto che "...gli scavi erano siti in una valle chiusa alla vista, in posizione defilata non pregiudicando l'aspetto ambientale..."
A distanza di quaranta anni dalle osservazioni dell'allora sindaco Pazzaglia, leggiamo nella delibera approvata dal sindaco PAPI E DAI CONSIGLIERI che " l'attività estrattiva rappresenta oltre all'attività portuale e alla Casa di reclusione il volano principale dello sviluppo economico del territorio.."
Che le attività di riferimento per lo sviluppo ed il futuro del comune di Porto Azzurro e indirettamente dell'Isola d'Elba siano il "carcere" e la cava mineraria fa rimanere allibiti: che sia questo "l'investimento sul futuro" che auspicava il presidente Rossi?
Un'isola come l'Elba dove la bellezza della sua natura rappresenta il patrimonio presente e futuro per uno sviluppo sostenibile, turistico, ecologico, moderno.
E' possibile che nel 2020 in un' isola con potenzialità turistiche enormi si debba parlare di economia carceraria, di turismo penitenziario, o di turismo delle pietre?
Lucio Facco
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