Tra i problemi che assillano il paese e specialmente regioni come la Toscane spicca sicuramente il turismo. E tra le cause di questa crisi vi è ovviamente la situazione ambientale che a sua volta non risparmia alcun settore o ambito; mare, montagna, boschi, paesaggio. Per uscirne, dovrebbe essere ormai abbastanza chiaro, è irrimandabile perciò una politica, anzi politiche, nazionali in cui non devono e non possano più essere gli interessi che sono alla base dei disastri del passato con in quali dobbiamo fare i conti oggi.
Anche le giuste e opportune iniziative in corso, non soltanto in toscana, dei parchi per ‘riaprire’ hanno bisogno di ritrovare, e il prima possibile, una dimensione nazionale per poter finalmente incidere nelle decisioni del Parlamento e del governo.
Ho visto che l’assessore regionale toscano al turismo Ciuoffo in questi giorni incontrerà i sindaci della nostre coste con l’ANCI, associazioni varie che in tre distinti incontri concorderanno impegni sulla base anche di protocolli nazionali. I parchi non sono citati.
Se fossero esclusi nel momento che anche loro stanno discutendo con le regione di questi problemi penso non sarebbe giusto.
Il ministro dell’ambiente Costa da tempo ha dichiarato la disponibilità, perché la rappresentanza dei parchi e delle aree protette d’intesa anche con altri non gli avanza precise proposte per quella Conferenza nazionale che sta sullo stomaco a troppi?
Siccome tra le tante bischerate che circolano ancora tranquillamente ne ho vista una pisana che dichiara che il litorale pisano specie Tirrenia e il Calambrone è solo pisano e i livornesi non possono avvalersene, insomma non hanno alcun diritto stiano a casa loro.
La cosa mi ha fatto tornare in mente la Giunta Comunale del 1969–sindaco Fausta Cecchini che promosse un incontro con Ponti per discutere proprio dei possibili interventi anche in quell’area cui seguirono incontri e riunioni con l’amministrazione comunale di Livorno.
Ne scaturì un collaborazione interessante e proficua. So bene che sono passati cinquant’anni, ma le bischerate sono ancor meno giustificate.
Renzo Moschini