..ma veramente brutto, brutto, così brutto che di più non si può.
Chiedo scusa, ovviamente mi riferisco, in realtà, al pasticciaccio di Viale Margherita a Marciana Marina, l'ennesimo del genere, purtroppo: la massicciata a mare posta in opera nell'area del “Capitanino” quale opera di tutela urgente di quel tratto di lungomare ritenuto a rischio.
Mi è venuto alla mente, automaticamente, il titolo del romanzo di Carlo Emilio Gadda “Quer pasticciaccio brutto di Via Merulana” (nel caso: “Quer pasticciaccio brutto di Viale Margherita”....), un “giallo” senza soluzione, un pasticciaccio appunto, ed è nel rispetto di tale caratteristica “gialla” e dei suoi ingredienti classici che ne voglio scrivere.
Credo anche che il tema, nell'occasione, debba essere allargato.
Intanto lo scenario: la splendida rada di Marciana Marina ed il suo lungomare, ambedue oggetto di oscene attenzioni costruttive (cementificazione) documentate nel Piano Regolatore del Porto e nel Regolamento Urbano, entrambi approvati a sola maggioranza consigliare nel marzo 2016.
Una volta resi esecutivi e realizzati PRP e RU, rada e lungomare sarebbe maturato il delitto perfetto e sarebbero state facilmente rintracciate le vittime, la rada deturpata ed il lungomare.
Invece, grazie all'opera di appassionati promotori (sulla stampa spesso identificati come “Di Pirro” ed il “Commercialista”), di comitati civici e di cittadini marinesi, il delitto, all'epoca e finora, è stato sventato.
Quindi, i buoni hanno vinto ed il pericolo è stato sventato?
Naturalmente no, perché quei due sicari (PRP e RU) sono ancora in circolazione, non sono stati affatto neutralizzati, anzi permangono pienamente operativi e pronti a dare seguito al proprio perverso mandato esecutivo, in quanto, nel frattempo, nessun progetto alternativo e mitigante, oltre che neutralizzante il precedente, è stato finora approvato o quantomeno illustrato dall'Amministrazione comunale di Marciana Marina. Anzi, non è dato proprio sapere quale sia la situazione reale, né dal punto di vista progettuale né, eventualmente, da quella legale: trasparenza zero (eppure i cittadini avrebbero meritato ben altro), mistero tanto, preoccupazione alle stelle.
Così, con un precedente perverso progetto ancora valido ed attivabile e con un eventuale progetto alternativo ancora evidentemente inesistente, si è creata una situazione di stallo che alla corrente amministrazione comunale può lasciare spazio solo ad interventi aventi come motivazione (od anche alibi) l'estrema urgenza, il pericolo, la causa di forza maggiore, col rischio di non risolvere i reali problemi (erosione costiera, servizi alla nautica, assetti e miglioramenti paesaggistici e funzionali, tanto per dire) e di inseguire all'infinito le procedure delle toppe inefficaci.
E' sotto gli occhi di tutti che questo insieme di “interventi d'urgenza”, quali i ripascimenti per di più orribili, provochino danni paesaggistici ed ambientali anche peggiori di quelli associabili, almeno per quanto riguarda il lungomare, alla esecuzione del Regolamento Urbanistico del 2016: un paradosso ed una sconfitta bruciante per il paese, per la politica, per l'amministrazione attuale che i cittadini, a suo tempo, hanno voluto insediare al posto della precedente proprio per evitare il delitto.
Manca il corpo del reato, manca il delitto, è vero, ma i segnali non possono lasciare tranquilli, questa apparente quiete non può lasciare tranquilli, perché è infondata e dovuta più che altro al fatto che troppi marinesi abbiano abbassato la guardia, forse per sfiducia e stanchezza o per “stanca disillusione”, soprattutto sul tema della strategica area portuale e del lungomare.
Nè possono lasciare tranquilli, sinceramente, l'atteggiamento ed alcuni comportamenti dell'attuale amministrazione comunale: nessuna forma di partecipazione dei cittadini e di diffusione delle vitali informazioni strategiche, insufficiente spirito di iniziativa, difficoltà nell'associare all'amministrazione ordinaria del piccolo paese un briciolo di visione e di sogno lungimirante.
In questo giallo Marciana Marina, è riuscita finora ad evitare l'assassinio legalizzato, ma non sta riuscendo ad evitare continue piccole o grandi pugnalate, quali gli interventi effettuati a pioggia, a toppe, senza che si inseriscano con efficacia in una visione complessiva, in una strategia comprensibile, condivisa ed accettata: si è passati dai “pipiritti” ai vasi-dischivolanti, dalla massicciata del fosso di San Giovanni a quella del Capitanino preceduta dall'altra presso il Circolo della Vela, dai troppi sprechi in discutibile e dissolto arredo urbano al niente assoluto, e via dicendo.
Non esiste romanzo giallo che non preveda le figure di “sospettati” di un delitto per ora quasi solo temuto e fiutato nell'aria, ma che sembra purtroppo in corso di maturazione. C'è puzza di bruciato, insomma.
Allora, Commissario Francesco Ingramallo, quello del romanzo di Gadda, forse è meglio muoversi comunque in anticipo ed iniziare indagini serie per evitare il peggio che sembra avvicinarsi: chi indicheresti come sospettati ?
Personalmente sono certo che mi risponderebbe: sicuramente la precedente e l'attuale amministrazione comunale, entrambe, sia pure per diversi motivi e con diversi gradi di coinvolgimento e responsabilità.
Ma anche aggiungerebbe che, alla data, mancano ancora il delitto perfetto ed il corpo “morto” del reato (le note e numerose ferite da pugnalate a parte), non è comprensibile il movente dei sospettati, ancora meno lo è la previsione di scenario a causa della misteriosa assenza di elementi conoscitivi.
Un caso rognoso, quindi, un pasticciaccio ma, questa volta, sono certo che il Commissario Francesco Ingramallo non si limiterà a bollare il caso come “giallo” senza soluzione, e che continuerà senza sosta indagini ed interrogatori nella certezza che, prima o poi, aspiranti assassini e complici saranno smascherati e neutralizzati.
E tu, Marciana Marina? Beh, “io speriamo che me la cavo”......
Paolo di Pirro