Approvata in Consiglio regionale una proposta di legge che detta nuove disposizioni per le strutture soggette ad autorizzazione e per le politiche per le famiglie, e che modifica la normativa esistente sul sistema per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale. In pratica, con questo atto le singole famiglie, anche riunite in associazioni, diventano attori del sistema integrato di interventi e servizi sociali e svolgeranno attività di cura e assistenza alle persone loro affidate, compresi i minori o i nuclei con minori. La modifica è stata giudicata opportuna anche a seguito delle vicende che hanno coinvolto, in Toscana, la realtà de “Il Forteto”.
Come ha spiegato il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli (Iv), che ha illustrato l’atto all’aula, “con questa legge la famiglia torna protagonista, si ritrova una centralità dell’istituzione familiare nell’agenda della politica”. Per quanto riguarda gli affidamenti, dunque, il nucleo familiare torna il luogo principale “perché serve un quadro certo, soprattutto quando si tratta di minori”. Le famiglie potranno associarsi, e si riconosce anche una nuova tipologia di struttura soggetta all'autorizzazione, la cosiddetta 'struttura multiutenza', che è stata oggetto di una fase di sperimentazione. In queste strutture, che presentano le caratteristiche della civile abitazione e caratterizzate dalla presenza di due o più persone adulte che convivono in modo stabile, potranno trovare accoglienza adulti e minori, privi temporaneamente o permanentemente del necessario supporto familiare.
La proposta di legge è stata approvata a maggioranza, con 27 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astenuti. Andrea Quartini (M5S) ha annunciato la modifica del suo voto da astensione, come si era verificato in commissione Sanità, in favorevole. “Non siamo del tutto soddisfatti dei metodi di controllo che vengono previsti in legge – ha spiegato – e vorremmo indicatori di processo e di esito più rigorosi, ma condividiamo tutti gli assunti teorici del provvedimento. Primo fra tutti, che in caso di fragilità l’approccio deve essere familiare. Un approccio che viene adesso amplificato”.
Sulla stessa linea anche Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra), il quale pure ha modificato il suo voto di astensione in Commissione in voto a favore. “Però voglio sottolineare – ha precisato – che si tratta di una sperimentazione. Ritengo inoltre che così la dicitura ‘famiglia’ risulti limitativa, andrebbero comprese tutte quelle realtà che configurano ambiti di genitorialità”.
Anche Monica Pecori (Gruppo misto) ha annunciato voto a favore, mentre si era astenuta in Commissione. “La ‘ratio’ di questa legge è ricreare le condizioni di normalità della famiglia naturale – ha spiegato -; dove, con il termine famiglia, si intende la presenza della componente affettiva, importante per gestire le fragilità”.
Voto “decisamente contrario” è stato annunciato invece da Jacopo Alberti (Lega). “Siamo contro la sperimentazione in laboratorio di nuovi tipi di famiglia che la sinistra ogni tanto propone” ha detto Alberti. “Abbiamo visto il dramma generato dalla famiglia funzionale creata nel Forteto. Per noi è la famiglia tradizionale che deve andare avanti, quella composta da babbo mamma e figli. Con queste strutture multiutenza non ci si capisce nulla, si creano promiscuità caotiche”.