Per l’affetto che nutro per il comune di Rio, avendo ad esso dedicato gli anni più importanti della mia vita, sono rimasto molto male per gli ultimi accadimenti politici, iniziati quando i due maggiori esponenti della maggioranza, che sono il vicesindaco e il presidente del Consiglio Comunale, si sono astenuti sul bilancio consuntivo del 2019 perché riconoscono in esso elementi di scarsa chiarezza in ordine a cifre importanti, con lo stesso revisore dei conti costretto a dichiarare che non c’è traccia di quei 500mila euro provenienti dal contributo per la fusione ricevuto dalla Regione. A questo è seguito l’intervento del sindaco, qualcosa di molto simile ad una epurazione. Una reazione spropositata, dimenticando anche i meriti acquisiti in campagna elettorale da chi gli aveva aperto letteralmente le porte del comune, legittimandolo agli occhi dei riesi con la propria presenza in lista e le numerose preferenze riportate.
E’ facile capire come personaggi come Fortunati e Gemelli nell’analizzare il bilancio quella anomalia l’abbiano notata, insieme ad altri particolari relativi a residui attivi di opere finanziate ma non realizzate.
Le conseguenze però le ha pagate una sola persona, e credo che si debba restituire quello che è stato tolto da parte del sindaco, con una iniziativa atta a spiegare il perché di tutto questo.
Io credo che l’opinione pubblica aspetti parole di chiarimento, dovute sia alla minoranza che a coloro che si sono astenuti, ma più in generale per la gente di Rio, che oggi è confusa e bisognosa di essere tranquillizzata e di ricevere certezze dal punto di vista amministrativo, attendendosi legittimamente un buon governo che può nascere solo da una armonia interna. Non c’è bisogno dell’uomo solo al comando.
Francesco Bosi