I campeggi elbani e quelli della costa toscana reclamano con urgenza una riduzione della Tari. Lo fanno attraverso la loro associazione regionale Faita, che nell’ambito del sistema Confcommercio rappresenta le imprese ricettive all’aria aperta. “La stagione quest’anno è partita tardi, a giugno inoltrato”, spiega il presidente di Faita Toscana Giampiero Poggiali. “Il Covid-19 e i relativi provvedimenti della Presidenza del Consiglio per contenere il contagio ci hanno fatto saltare la primavera, perdendo la Pasqua e i ponti festivi che da sempre segnavano l’avvio del nostro lavoro. E l’effetto della pandemia si è fatto sentire anche dopo, rallentando arrivi e presenze nelle nostre strutture, che ci segnalano ingenti perdite rispetto al fatturato dello scorso anno”.
“Ovvio – prosegue Poggiali - che, a fronte di incassi minori, si cerchi di ottimizzare i costi partendo dall’eliminare quelli inutili o ingiusti. E la Tari è fra quelli ingiusti: perché pagare le stesse tariffe, oltre tutto altissime, quando la produzione di rifiuti nei nostri campeggi è stata certamente ridotta? I Comuni devono valutare questo fatto incontrovertibile e devono mettersi nell’ottica di sostenere le imprese della ricettività all’aria aperta, che dà occupazione e valore al sistema dell’accoglienza turistica regionale”. Da qui, la nuova richiesta di una riduzione della Tari inoltrata in questi giorni da Faita ai Comuni toscani che, come Capoliveri, Porto Azzurro e Rio sull’Isola d’Elba, continuano a non prendere posizione trascurando il problema.
Ad aggravare la situazione nel comparto c’è l’incertezza del futuro. “Impossibile fare previsioni per il 2021, non sappiamo neppure quando rivedremo i turisti stranieri che quest’estate sono mancati quasi del tutto. Di sicuro fino a che la pandemia non sarà finita sarà impossibile contare sui flussi a cui eravamo abituati”, sottolinea il presidente di Faita Toscana. “Non è un problema solo nostro, ma di tutta l’economia: senza certezza del futuro è difficile anche fare investimenti per l’innovazione, si può solo pensare a salvare il salvabile, a partire da imprese e occupazione. Sperando che arrivino presto tempi migliori”.
Il sistema della ricettività all’aria aperta in Toscana è rappresentato da oltre 250 imprese per un totale di 200mila posti letto, pari ad un quarto dell’offerta ricettiva regionale. A livello nazionale, l’offerta open air è caratterizzata da oltre 2.600 aziende che offrono insieme 1.346.000 di posti letto, danno lavoro a 150mila persone tra occupati diretti e indotto e sviluppano un fatturato complessivo di 3,3 miliardi di euro, che sale a 5 miliardi se si ricomprendono le aziende dell’indotto.