Ho letto l’ultimo comunicato del Comune di Portoferraio sulla situazione dei contagi Covid all’Elba. Attualmente sono 8. Ma la notizia più importante è che “il rischio di espansione di focolai importanti sembra al momento rientrato”. E di questo dobbiamo ringraziare il Direttore sanitario dell’ospedale di Portoferraio e tutto il personale dedicato alla attuale emergenza sanitaria.
Un comunicato, dunque, rassicurante.
Giovedì scorso, invece, nella locandina del quotidiano La Nazione, esposta in tutte le edicole elbane, veniva data la bruttissima notizia di ben 105 nuovi contagi. Senza precisare dove erano stati accertati. Molto preoccupato, nel pomeriggio, sono andato all’edicola del Ponticello per acquistare una copia del giornale. Non ne era rimasta neppure una! Ma il gestore mi ha subito tranquillizzato. Mi ha fatto presente che quei 105 contagi erano stati riscontrati a Cecina. Torno a casa tranquillo, ma imprecando contro chi aveva avuto l’infelice idea di pubblicare all’Elba quella “civetta”, proprio in un momento in cui l’Asl aveva accertato anche da noi l’esistenza di alcuni casi di positività.
Mi sono ricordato di un’altra “civetta” de La Nazione esposta una mattina in piazza Cavour, verso la fine degli anni ’70, all’edicola del Dellea dove era scritto a grandi lettere “Avviso di garanzia per Fratini”. Ero allora Sindaco di Portoferraio. Dopo poche ore il Dellea non aveva più una copia di quel quotidiano. Non era mai successo.
Tutti quelli che comprarono il giornale rimasero però delusi. Nella cronaca di Portoferraio non trovarono nulla. Infatti indagato non era il Sindaco di Portoferraio, ma un mio omonimo, un altro Giovanni Fratini, Sindaco di San Vincenzo.
Ora io mi chiedo: è questo un modo serio, corretto di fare informazione?
Giovanni Fratini
Caro Giovanni
Si chiamano appunto "civette" mica "Vangeli", e un navigato lettore come te dovrebbe conoscerne bene il funzionamento. Non voglio (da - purtroppo - decano dei cronisti isolani) fungere da difensore d'ufficio degli incolpevoli colleghi locali (le civette si concepiscono e decidono, a quanto mi risulta, in continente), e neppure rifugiarmi nel "benaltrismo", ma lasciami notare che la "furbata" che ti ha fatto incazzare, per quanto poco condivisibile per quel po' di ingiustificati allarme e ansia che può aver prodotto, è sempre infinitamente meno nefasta delle quintalate di falsità che inondano la nostra esistenza e che ci vengono propinate dai cosiddetti social.
Vedi Giovanni, uno può essere pure essere "catturato" dalla civetta, ma se poi legge il giornale ci troverà la realtà dei fatti, peraltro in genere narrati da un professionista dell'informare, e non dal briacone (ubriaco per i foresti) al bar che - come osservava il compianto Umberto Eco - il web ha parificato ad un premio Nobel.
Ma quello delle fake-news è problema che meriterebbe maggiore spazio di quello angusto di un A Sciambere.
Vorrei anche alleggerire questa pagina ricordando che talvolta (anche se non è questo il caso) le "Civette" e titoli riescono ad essere delle involontarie fonti di ineguagliabile comicità: a braccio ricordo "In funzione l'impianto di cloNazione di Rio Elba" (la pecora Dolly del coccolo in su), "Grandine di 30 cm a Lacona" (piovevano evidentemente cocomeri di ghiaccio), "Neve sul Capanne, si ferma l'aliscafo", e spostandoci in continente troveremmo pure un "Tromba Marina per un quarto d'ora" (incommentabile), "In Cinquecento contro un albero.Tutti morti" e mentre si nutrono dubbi sulla veridicità del noto "Falegname impazzito tira una sega ad un passante" è invece autentico "Scoppia un maiale ucciso un contadino" divenuto anche titolo di un libro.
Ti saluto