E’ un interrogativo al quale in questo momento dobbiamo cercare di rispondere seriamente perché i rischi sono reali e incombenti anche se, a giudicare da come stanno le cose nel paese, non sembrerebbe affatto. Infatti non è certo la prima volta che il contesto nazionale presenta seri segni di crisi, ma non ricordo una situazione altrettanto scoraggiante e preoccupante sul piano nazionale delle reazioni politico-istituzionali.
E’ da qui che dobbiamo partire consapevoli delle posta in gioco. Una vera sfida che non possiamo illuderci che ad affrontarla, e soprattutto a vincerla, bastino le solite chiacchere che lasciano il tempo che trovano.
Perché è a questo punto che siamo giunti, e da qui dobbiamo uscire non sconfitti. E c’è una sola via: riuscire finalmente a definire concordemente, tra Governo, Parlamento, Regioni, associazioni rappresentative dei Parchi, un programma di lavoro NAZIONALE che non serva solo ad alimentare conflitti e litigi sui vari poteri e competenze come avviene quasi regolarmente e puntualmente ogni volta.
Quindi anche l’avvio non può che partire dal piano nazionale, finora rifiutato come evidenzia la risposta negativa e persino sprezzante di una Conferenza nazionale dei parchi che è sempre seguita alla proposta.
Inutile chiederci perché. E’ fin troppo chiaro ed evidente: un appuntamento politico-istituzionale del genere non può sfuggire ad un serio esame autocritico delle responsabilità dei vari soggetti nessuno escluso. Insomma nessuno ne uscirebbe indenne e senza colpe.
Essendo stato incaricato, a seguito di un recente incontro svoltosi attraverso una videoconferenza, di predisporre un documento a cui stiamo lavorando, con vari colleghi, per rilanciare i parchi, ho ritenuto opportuno e utile anticipare questa proposta direttamente al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare On.le Sergio Costa.
Renzo Moschini