La valanga che travolgerà il Paese a breve con lo sblocco degli sfratti e dei licenziamenti incombe e per questo servono scelte innovative e a breve termine. Il sistema degli interventi sociali prevede la cosiddetta “emergenza abitativa” che si attiva - come altri provvedimenti - a sfratto esecutivo confermato: risorsa importante che però non contribuisce a prevenire le cause del problema.
I cittadini e le cittadine, dopo aver presentato domanda per l'Erp (Edilizia Residenziale Pubblica), entrano in graduatoria ma la definitiva assegnazione dell'alloggio pubblico può avvenire anche dopo molti anni proprio a causa della domanda altissima di interventi sociali.
Siamo in attesa da mesi della firma definitiva del “protocollo sfratti” fra enti locali, prefettura, tribunale e organizzazioni sindacali per dare un ordine e un’organizzazione alla giungla delle esecuzioni degli sfratti. L’emergenza abitativa interviene con soluzioni in coabitazione, con spazi in comune o meri posti letto: ad oggi possiamo disporre di queste soluzioni. Ben vengano enti e associazioni che mettono a disposizione spazi per l'emergenza abitativa. L’ingresso di soggetti che offrono spazi di altro tipo non può che essere positivo. Lo sforzo del Comune di Livorno è assolutamente lodevole. Nessuno però può trovare una buona qualità di vita in questo tipo di abitare. Serve quindi uno scatto di reni normativo e più che altro risorse e spazi per l’abitare che non possono passare solo da provvedimenti a lungo termine. L’emergenza è ora e la pandemia la sta aggravando. Fra chi si trova per strada, chi si arrangia con amici e parenti o chi si “baracca” non ci sono differenze: l’abitare dignitoso è la base di una vita dignitosa. Non devono esistere figli e figliastri.
Ripetiamo da tempo che si devono mappare i beni pubblici non utilizzati, i patrimoni bancari e quant’altro disponibile per l’abitare. L’ultima finanziaria consente l’acquisto di immobili in possesso di enti pubblici da parte di soggetti pubblici connessi all’abitare, per questo chiediamo come sindacati inquilini, a livello provinciale, di cogliere questa opportunità. Nei casi in cui l’acquisto di tali immobili non fosse possibile chiediamo di valutare la possibilità di stipulare protocolli per usufruire di tali spazi tramite la forma affitto.
È il momento di essere Paese: l’esempio parta dal pubblico, che ha beni acquistati e ereditati dai cittadini. Ai privati non si può imporre. E' inoltre bene ribadire che quando parliamo di privati non ci troviamo sempre davanti a speculatori: spesso parliamo infatti di pensionati o lavoratori a basso reddito che dagli affitti percepiscono integrazioni a un reddito discontinuo e non sufficiente. Pensiamo che sia il tempo per riportare agli italiani i beni comuni. Alle banche chiediamo perciò uno sforzo etico perché il sacrificio deve riguardare tutti in previsione di un rilancio possibile del Paese. Dalla pandemia devono nascere rilanci e sviluppo anche per l’abitare.
Sunia provincia di Livorno
Sicet provincia di Livorno
Uniat provincia di Livorno