Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata da Adolfo Giannecchini ai Sindaci elbani.
Gentile Sindaco,
Vorrei porre l’attenzione sulla tutela dei Cittadini dell’Isola d’Elba.
I cittadini Elbani, credo siano ambasciatori del benessere in tutto il mondo, sono persone che vanno tutelate e quando rientrano portano esperienze di vita per il miglioramento della vostra comunità.
Mi sono trovato sia venerdì 5 Novembre 2020 e Venerdì 22 Gennaio, ma come questi giorni, chissà quante altre volte, all’imbarco a Piombino, unica via di accesso per rientrare (eccetto l’aereo).
La stazione marittima di Piombino è in condizioni pessime, sufficiente per un caffe e un panino e quando i traghetti non partono, arriva la non curanza, il niente.
E così anche il caffè, il panino o una bottiglietta d’acqua diventano un miraggio.
Le persone, i vostri, i nostri cittadini lasciati soli, ragazzi, ragazze, anziani e famiglie con l’arte di arrangiarsi con un aggravio di costi non voluti.
Come passare la notte sulle poltroncine senza una minima tutela, abbandonati, oppure se il comandante è disponibile, sul traghetto.
Tra le persone presenti ci sono malati oncologici 4 auto mediche e d una ambulanza in questo caso), anche per loro non fa differenza.
Inoltre il personale della stazione marittima non da nessuna informazione, se non 15 minuti prima della partenza ed il più delle volte la stessa viene cancellata.
Non esiste uno schermo dove si dà informazioni in tempo reale delle condizioni metereologiche, in modo tale che i viaggiatori di Moby e Toremar possono comprendere meglio le circostanze di brutto tempo, mare mossi e venti.
Proposta:
I sindaci tutti dovrebbe attivarsi con due, tre, quattro Hotel di Piombino con delle convenzioni per vitto e alloggio al 50% della spesa. Chi paga il restante 50%?
La tassa sullo sbarco dovrebbe dare il suo apporto e con poche migliaia di euro i vostri, i nostri concittadini si sentirebbero curati e difesi.
Organizzare un tavolo di lavoro con il management di Toremar e Moby per dare ogni possibile assistenza tutto l’anno.
Una riflessione per un atto significativo di senso di responsabilità
Adolfo Giannecchini