L’emergenza sanitaria ha comportato il rinvio di molte visite e prestazioni in tutta la provincia di Livorno. Se a questo si aggiunge l’aumento di richieste di diagnostiche durante la fase critica della pandemia, è chiaro che tutto ciò si ripercuote sui tempi di attesa, con forti disagi verso i cittadini più deboli.
Per questo la Regione e l’Asl nordovest devono mettere in campo risorse e personale per ridurre il disagio che si sta riversando verso i cittadini con maggiore cronicità, a partire dai pensionati.
E’ inaccettabile che quando ci rivolgiamo ai Cup le liste siano chiuse o che ci venga detto che gli appuntamenti vengano presi con l’uso di tecnologie informatiche, sapendo che questo ricade in modo negativo sugli anziani che hanno meno conoscenza e capacità tecnologiche.
Ma l’emergenza sanitaria ha messo a nudo anche la debolezza di un territorio che vede l’assenza di strutture di base; i pronto soccorso sono ingolfati e i servizi territoriali, le Case della salute sono assenti e questo sta comportando una crisi della sanità nella provincia di Livorno acuta e complessa, tra l’altro con perdita di finanziamenti.
Lo stesso progetto che la Regione Toscana aveva elaborato, ospedale unico con due presìdi (Piombino e Cecina), non sta andando avanti come previsto.
Non sappiamo ancora quale sono le specializzazioni che devono essere assegnate alle due realtà, manca il personale, sia medico specialistico che infermieristico, sia progetti d'investimento per supportare il progetto nel suo insieme e nel frattempo una serie di servizi specialistici vengono ridotti o annullati.
Ci domandiamo cosa pensa di fare la Regione Toscana, quale risorse e quali funzioni debbano essere assegnate ai presìdi, ma anche quale è il ruolo della politica, dei sindaci della provincia a fronte di una crisi che appare irreversibile! Dobbiamo riprogettare la sanità, approfittando delle risorse che l’Europa mette a disposizione. Ma questo presuppone che ci siano progetti e soggetti in grado di elaborare un percorso diverso.
La riflessione che facciamo è che quello che è accaduto sia stata un errore di valutazione, teso da un lato a risparmiare, dall’altro ha innescato un ruolo dei privati non convenzionati che sempre di più si sono gettati nell’affare sanità.
Per questo vogliamo denunciare questa difficile situazione, perché in ballo c’è la salute delle persone, il diritto a curarsi, la qualità della vita della popolazione.
Spi-Cgil
Fnp-Cisl
Uilp-Uil