Nella querelle generata dalla riesumazione della ormai antica polemica sulle presunte (e niente affatto riscontrate) morie di specie diverse, successive alla derattizzazione di Montecristo, interviene anche un esponente locale del PD, Michele Rampini, con accenti molto critici rivolti al Presidente del Parco dell'Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri
Ricordiamo che Sammuri, oltre a risultare una figura di punta delle istituzioni ambientaliste e della conservazione faunistica nazionali e non solo, è anche prestigioso membro dello stesso Partito Democratico.
Ma occhi di Rampini il Presidente si è macchiato della colpa di essere intervenuto ricordando il successo dell'operazione, e le sue ricadute positive, atteggiamento che, sulla base delle sue certe informazioni scientifiche e conoscenze in materia, si ritiene autorizzato a bocciare e censurare.
Ora è vero che i partiti non hanno più le rigide "linee" politiche di una volta, ma da che parte realmente sta il PD elbano sulla questione, sarebbe interessante saperlo...
di seguito l'intervento di Rampini
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In risposta a quanto scritto dal Presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano riguardo l'eradicazione del ratto nero dall'Isola di Montecristo, bisogna notare che non risponde affatto alle obiezioni fatte da chi ha scritto che il metodo usato per tale eradicazione con dispersione tramite elicottero di veleno ha ucciso altre specie terrestri e marine sia aliene che endogene , anzi lo conferma in poche righe esaltando,invece, dilungandosi con dovizia di particolare, i riconoscimenti ottenuti dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Per eradicare il ratto nero si potevano usare, anche da parte del Corpo Forestale, altri metodi meno invasivi salvando altre specie senza avvelenamenti sia diretti che indiretti. Le così dette specie aliene, se non sono nocive, non vedo perché debbano essere eradicate come invece è successo a Pianosa; come scrissi, criticando quella operazione, queste iniziative sono assimilabili ad una specie di razzismo faunistico che non ha ragione di essere poiché nei territori, sia per effetto naturale che per azione dell'uomo, la natura si evolve, si mescolano specie; è inutile e contro producente evitare che ciò avvenga se non per non consentire che alcune specie possano danneggiare gravemente la fauna e la flora esistente nonché le attività umane, come succede per il cinghiale e in parte per il muflone. Secondo il mio parere il Parco dovrebbe avere un diverso ruolo, incrementando le attività umane sostenibili in particolare all'Isola d'Elba, aiutando il turismo soprattutto nelle stagioni non propriamente balneari con assidue iniziative di cura del territorio e di tutti i suoi percorsi paesaggistici anche con apertura di nuovi sentieri evitando che qualsiasi iniziativa di pulizia o mantenimento delle caratteristiche territoriali possa essere impedita, anche da parte di privati, avendo per scopo solo una fantomatica e inutile ipotesi di conservazione tout court, autorizzando altresì una maggiore fruizione, sempre sostenibile, dei territori insulari sotto Sua giurisdizione.
Michele Rampini