Il personale della scuola, docenti e ATA, a partire dal 1° settembre, dopo i sanitari con l’obbligo vaccinale, ha dovuto fare i conti con il green pass per accedere al lavoro, esercitando la scelta di vaccinarsi o effettuare un tampone ogni 48 ore come previsto dalla normativa.
La situazione era già difficile per le pochissime farmacie che effettuavano il servizio ma, a partire dal 15 ottobre, come facilmente prevedibile, la situazione è precipitata in quanto il servizio offerto non è più in grado di coprire tutta la domanda dei lavoratori di tutti i comparti.
Stiamo parlando di farmacie o di laboratori che possono effettuare il servizio tamponi nell’ambito della propria agenda di impegni e/o durante l’ordinario servizio al pubblico, non di presidi allestiti ad hoc come gli Hub vaccinali nati e sfruttati solo per quello.
E, ancora, parliamo di luoghi dove gli appuntamenti non bastano e le persone che non riescono ad ottenerne uno sono costrette a mettersi in fila per ore nella speranza di poter riuscire nell’impresa, rimettendosi al buon cuore di chi offre il servizio.
Tra le farmacie disponibili quella di Lacona chiuderà il 31 ottobre e solo pochissimi punti effettuano tamponi il sabato e la domenica.
Altra questione, poi, il prezzo calmierato che solo in pochi applicano, tant’è che gli importi possono variare dai 18 ai 35 euro.
Ricapitolando, i tamponi non vengono effettuati tutti i giorni e, per chi ha dei turni di lavoro, già questo è un problema, non tutti i presidi coprono l’intera giornata, non tutte le farmacie li effettuano (su Portoferraio solo una farmacia su quattro) e nemmeno i laboratori di analisi (sempre a Portoferraio uno su
tre, se togliamo quello che fa solo i molecolari che costano molto di più, sono validi per 72 ore ma la cui risposta arriva non prima di 24 ore), il tutto a danno della salute psicofisica dei lavoratori che vivono costantemente in uno stato di incertezza per il solo desiderio di lavorare e di farlo seguendo le leggi.
In conclusione, se la legge prevede una scelta, che in questo caso è sicuramente non facile vista l’invasività e la cadenza dell’esame in questione, per evitare la discriminazione, che comunque già esiste dato che un servizio è a carico dello Stato e l’altro no, dovrebbe quanto meno porre in essere le stesse condizioni per entrambe le opzioni a meno che non vogliamo riconoscere che “tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”.
Docenti dell'Isola d'Elba e Comitato Libera Scelta Elba