Lo avevamo già detto a ottobre di fronte all’emergere delle difficoltà di bilancio: no a tagli dei servizi, mobilitiamoci per chiedere al governo scelte più decise di sostegno al servizio sanitario, non escludiamo qualsiasi altra iniziativa capace di recuperare risorse senza impattare sui ceti più deboli.
Oggi ci troviamo di fronte ad una legge di bilancio nazionale insufficiente (ricordiamolo: le risorse del PNRR sono investimenti strutturali, non spesa corrente per il personale), rimborsi per le spese Covid insufficienti ed a rischiose prese di posizione della regione proprio nel periodo di dura recrudescenza della pandemia.
I sindacati dei lavoratori della sanità denunciano, in pratica, una ‘chiusura’ della trattativa in corso da tempo, riferendosi ad una nota della direzione tecnica della regione che fissa per ogni azienda sanitaria il limite di spesa per tutti i tipi di personale corrispondente a quella del 2019 (salvo per posti strettamente Covid, oltretutto a tempo determinato).
Domandiamo:
Come si potenziano i servizi territoriali, ad es. le Case della Comunità ‘vere’, sulle quali pure la Regione si è impegnata, a rafforzare i servizi di prevenzione (anche in futuro sarà necessario essere in grado di effettuare vaccinazioni di massa in tempi molto rapidi), senza un plus di personale rispetto al 2019?
Come si risponde ai tanti reparti ospedalieri (anche di laboratorio) ed ai molti operatori che hanno fatto e fanno grossi sacrifici per tirare avanti i servizi, tanto più di fronte all’emergenza devastante che ci ha colpito, senza un plus di personale rispetto all’attuale?
Sappiamo che la Regione Toscana nei mesi scorsi ha assunto, in rapporto alla popolazione, più operatori (ed in una maggiore misura con posti a tempo indeterminato) di tutte le altre regioni, vogliamo arretrare su questo?
Il presidente Giani non può limitarsi ad una specie di ‘pilota automatico’ e far riferimento solo a ‘noi i conti li dobbiamo far quadrare, è un principio costituzionale’. ‘La pandemia ci impegnerà ancora a lungo’, dice anche lo stesso assessore Bezzini.
Dunque, è necessario: potenziare, invece che sospendere il confronto con i rappresentati dei lavoratori; aprire in ogni territorio un più forte confronto tra i comuni e tutte le associazioni ed i sindacati sulle specifiche necessità (non va bene che scelte rilevanti come, ad es., le Case della Comunità, l’assistenza domiciliare, gli ospedali di comunità, corrispondano solo a scelte ‘tecniche’ calate dall’alto); riprendere con forza la pratica di programmazione anche per i servizi ospedalieri, rivedendo i modelli organizzativi e gli eventuali ‘doppioni’; rafforzare tutte le alleanze possibili per rivendicare con forza verso il governo la necessità di ulteriori risorse (anche le altre regioni si trovano in grandi difficoltà, anche quelle più vicine e a noi comparabili sotto diversi profili, come Lazio o Emilia Romagna); definire quei servizi ed attività prioritarie per le quali è necessario, ‘ad ogni costo’, un potenziamento; considerare, in un confronto aperto a tutti i livelli, con i cittadini, l'ipotesi di una manovra sulle entrate – esplicitamente finalizzata al potenziamento di servizi - in maniera equa e progressiva.
Paolo Malacarne, già Direttore UO Anestesia e Rianimazione AOU Pisana
Mauro Valiani, già Direttore Dipartimento Prevenzione ASL Empoli
(Gruppo sanità sociale Sinistra Civica Ecologista)