Il sindaco Corsini ha accusato le minoranze di scarso senso di responsabilità politica per l’assenza al Consiglio Comunale di sabato, convocato alle 12.30. Rimandiamo l’accusa al mittente, confermando che un sindaco che fa convocare un consiglio sapendo da mesi che si deve celebrare nella stessa mattinata un matrimonio, o è uno sprovveduto, oppure è in mala fede. Propendiamo per la seconda, considerata la sua abitudine di prendesi i meriti altrui, e scaricare le sue responsabilità sugli altri.
Stavolta, è toccata al segretario generale, indisponibile – a sua detta – per altri momenti. Non ci crediamo, anche perché viene data una “rosa” di date nelle quali non Corsini, bensì il Presidente del Consiglio Comunale, sentiti i capigruppo sulle disponibilità, dovrebbero convocare la riunione (così recita il regolamento comunale, regolarmente da lui calpestato).
Il fatto è che ci troviamo di fronte ad una tiranno che dopo quattro anni, non ha ancora capito la differenza che passa fra il sindaco di un paese e il capo di una lista; un sindaco che dileggia personalmente se un consigliere “osa” avere una posizione diversa; un sindaco che decide se e quando rispondere alle interrogazioni dei consiglieri (calpestando le leggi che lo obbligano a farlo), decide lui se si è assenti giustificati o ingiustificati; se criticato, arrivano minacce (come riportato dalla stampa sul caso Bagnaia, oppure le querele a cittadini).
Un sindaco che decide lui cosa è bene e cosa è male: è bene consegnare ai privati l’illuminazione civica per venti anni, il porto di Rio Marina per trenta, vendere senza bisogno i terreni della comunità, decidere la discussione sul piano strutturale in due o tre settimane in modo che nessuno parli, nessuno faccia osservazioni. Un sindaco che ha incrementato le divisioni fra i paesi dopo la fusione, ma che in compenso è stato autore di un piccolo capolavoro politico: quello di saldare le minoranze, e di farlo sicuramente su un punto: doverlo spedire a casa alle prossime elezioni, impedendogli di rovinare definitivamente il futuro e lo sviluppo della nuova Rio con atti dispotici e con la sua smania di protagonismo.
I consiglieri di minoranza
Marcello Barghini, Cinzia Battaglia, Umberto Canovaro, Fortunato Fortunati, Mirco Giordani.