L’iniziativa delle tre Liste civiche di Marciana, Marciana Marina e Campo sulla costituzione del Comune Unico dell’Elba Occidentale invita ad una riflessione sulla possibilità che anche tra altri paesi elbani si cominci ad ipotizzare una fusione, in modo da anticipare, per scelta e non per costrizione dall’alto, una tendenza ormai irreversibile, ossia quella dell’accorpamento delle comunità al di sotto dei cinquemila abitanti.
Se si riuscisse, anche nel versante orientale, a progettare un simile scenario, ecco che potrebbero nascere tre entità amministrative, Portoferraio, Comune Unico dell’Elba Occidentale e Comune Unico dell’Elba Orientale, che sicuramente costituirebbero una proficua semplificazione sul piano amministrativo delle otto attuali e forse sarebbero in grado di proporre una più incisiva valorizzazione delle risorse economiche e culturali esistenti o virtuali del proprio territorio.
Ma ipotizziamo che per il versante est i tempi non siano ancora maturi per una convivenza serena e produttiva, tenendo conto che l’unione di quattro comuni –Capoliveri Porto Azzurro Rio Elba e Rio Marina- si presenta oggettivamente più difficile che metterne insieme tre, come ad ovest, nel “massiccio del Capanne”; allora, perché non prevedere per un futuro prossimo almeno la fusione dei due comuni riesi, che sono stati uniti fino a poco più di un secolo fa?
Non sarebbe bella la nascita del Comune di Rio o del Comune della Terra di Rio, con Rio Castello (che ritornerebbe all’antico bellissimo nome) a monte e Rio Marina a mare? Non darebbe a ciascuna delle due comunità un quid in più rispetto all’oggi? Rio Elba ritroverebbe la sua marina e una ricchezza di rapporti interpersonali e culturali che una popolazione esigua non può garantire; Rio Marina si riapproprierebbe delle sue radici storiche, bruscamente tagliate dalla scelta dell’autonomia. So che ciascuno degli abitanti dei due paesi ha molto a cuore la propria identità e che la rivalità tra i campanili è stata fortissima in passato. Ma è giusto insistere su una diversa “identità” quando ci si trova a meno di tre chilometri di distanza? E’ ragionevole continuare a chiudersi a riccio, orgogliosamente sbandierando la differenza tra riesi e piaggesi? In tempi di Unione Europea, di faticosi tentativi di collaborazione internazionale e di globalizzazione mondiale ha senso che Rio Elba e Rio Marina siano due comuni distinti, con due sindaci, due giunte, due consigli, due segretari, due amministrazioni separate? Non è una incredibile dissipazione di energie e di risorse finanziarie?
La storia delle due comunità, con le importanti appendici delle rispettive frazioni ci racconta che ad oriente dell’Elba c’era la “Terra di Rio” con le sue miniere, che coinvolgevano gran parte degli abitanti di entrambi i paesi, e poi l’agricoltura, declinata a seconda della natura dei terreni, le attività artigianali, la pesca e la gloriosa tradizione della marineria mercantile della Marina di Rio, che portava i bastimenti riesi nei quattro angoli del mondo con equipaggi non esclusivamente “costieri”. Un’ economica intrecciata, dunque, tra i due paesi, come per secoli lo fu il destino storico, con Rio Castello che con le sue fortificazioni –il Volterraio e il Giove- proteggeva anche gli abitanti delle poco sicure riviere e, con la fine delle incursioni piratesche, una piaggia che poteva offrire orizzonti marini e produttivi alternativi al lavoro in miniera.
Ma la fusione era anche all’interno delle famiglie perché frequentissime erano le unioni tra i piaggesi e i riesi “di su”: per quanto mi riguarda, la mia monna materna era di Rio Marina, il mio nonno di Rio.
Allora, in nome delle radici comuni, della irreversibile tendenza alla semplificazione amministrativa e incalzati dalla necessità di ottimizzare energie e risorse, perché non cominciare ad aprire un dibattito sulla possibilità di far nascere, se non il Comune Unico dell’Elba Orientale, almeno, per ora, il Comune di Rio?
M.Gisella Catuogno