Sulla mappa marittima l’area portuale di Marciana Marina si estende dalla Torre degli Appiani al molo del Pesce, raggiunge gli scali Mazzini e arriva a sfiorare il borgo del Cotone, in pratica quasi tutto il lungomare. Dove a norma la balneazione dovrebbe essere proibita, viceversa viene tollerata dal Comune che chiude un occhio anzi tutti e due, sebbene sia titolare delle regole di accesso alle spiagge e delle concessioni per il noleggio dei sempre più costosi ombrelloni e lettini.
Di contro la stessa municipalità, spalanca bene gli occhi nel prendere di mira il turista, perdonato per il bagno abusivo, quando sale in auto e pretende legittimamente dell’ andirivieni al mare accettando di autotassarsi nei parcheggi a tariffe salate.
Da quest’estate la sorpresa del nuovo regime. La Sindaca Gabriella Allori. appena rieletta al secondo mandato, ha fatto scattare il giro di vite sul traffico e sulla circolazione veicolare nel quadro di una rigida pianificazione della zona a traffico limitato, la ZTL, e di ampliamento delle isole pedonali. Una svolta che autorizza la diffusione di pedane stradali per la ristorazione, un andazzo in sintonia con l’uso e l’abuso nazionale del tavolino selvaggio.
Alla sinistra del molo/moletto del Pesce in una zona di acque da stare sul chi vive per il rischio inquinamento, soprattutto perché la marina soffre della annosa mancanza di un efficiente depuratore, è diventata l’attrattiva balneare più ambita della stagione la spiaggia sabbiosa del Capitanino nata e cresciuta per un giro di correnti dentro il porto, ingranditosi nel corso degli anni. Nella spiaggia ogni anno più grande e più invitante, sembrano una canzonatura i cartelli comunali titolati “Arenile usufruibile ai soli fini elioterapici”, in parole povere solo per l’abbronzatura. Non solo sono ignorati, ma non li fa rispettare nessuno. Cosicché i bagnanti continuano a tuffarsi spensierati certi della loro immunità dalle sanzioni. Per di più, non è garantita alcuna tutela della salute e della igiene pubblica in particolare per i bambini a rischio di impetigine, un’infezione batterica della pelle molto contagiosa.
Nonostante le misure portuali di sicurezza resta alto il pericolo per i vacanzieri di infortuni nuotando in area trafficata dai natanti con particolare intensità nel colmo dell’estate. Nel cuore dei suoi abitanti e di tanti affezionati frequentatori, persino con le stellette della bandiera blu per le vere spiagge come la Fenicia e per l’approdo turistico, il borgo non merita questa brutta figura dovuta a insipienza e miopia.
Se al mare sono autorizzati i comodi propri, i tantissimi ospiti automobilisti e le loro famiglie sono costretti a fare i salti mortali per arrivare al mare a piedi. Dal giugno scorso, occhi bene aperti della polizia municipale sulle infrazioni dentro la riattivata Ztl, stavolta con in più misure cervellotiche Il mezzogiorno non è più l’ora classica del tutti a mare dopo una notte insonne con armi e bagagli, dall’ombrellone alle pinne, fino alle attrezzature per le barche, ma l’ora del divieto di accesso e di transito su tutto il lungomare. Tuttavia, udite udite, non si può entrare ma è permessa la sosta, restano a disposizione le strisce blu per il pagamento delle tariffe per il parcheggio, e dove puoi restare indisturbato fino alle 20. Dopodichè tutti fuori fino alle 6 del mattino, con tante rincorse per la cena al ristorante. Per andarci sei costretto a lunghe gimcane, sempre se non sei anziano o disabile, alla ricerca di affollati parcheggi in fondo al paese. Come ciliegina sulla torta, è tabù motorizzati dalle 21, l’ora dell’offerta di una serie di locali accoglienti, il piazzale Bernotti davanti al porto e accanto alla famosa spiaggia La Fenicia, dove affascii bagni notturni.
Per gli illuminati e progressisti è la rivincita della pedonalizzazione. Ma è una rivoluzione del traffico automobilistico che non convince la maggioranza dei commercianti locali e che hanno protestato a viva voce. Come contrappasso alle novità si sarebbe dovuto rivedere l’intero assetto della circolazione che resta incasinata, una trappola per i pullman delle linee pubbliche costrette a rocambolesco zizagare in mezzo alle stradine dei paese. E poi se è giusta un’attenzione ai pedoni sul lungomare, si trascurano coloro che scendono a piedi alla Marina tramite la provinciale a costo della loro incolumità. Scendono giù la mattina ai bagni e la sera nuovo saliscendi al buio con le torce sognando una passeggiata al mare.
Eppure si ignora o si finge di ignorare che esiste una parallela alla provinciale, un percorso alternativo peraltro suggestivo fra rigogliosi vigneti e le antiche cappelle di S. Giovanni e di S. Francesco che danno il nome alla stradina che ti porta dritto dritto nel pieno centro del paese. Andrebbe valorizzata non solo per la bellezza del paesaggio ma anche per la tranquillità di tutti, ospiti e paesani amanti del borgo marino.
Romano Bartoloni