In Italia siamo in campagna elettorale con la scenario proiettato sulle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Uno degli argomenti è il reddito di cittadinanza. Alcuni sono favorevoli altri contrari. L’obiettivo è contrastare la povertà e le disuguaglianze. Lo scopo è garantire la disponibilità reale di un limite di reddito a tutte le famiglie, attraverso la dimensione etica, ideale, pratica e normativa, mettere in eguale rapporto i diritti sociali individuali con la cittadinanza. Durante la pandemia di Covid-19, nei momenti acuti dei lockdown la funzione sociale del reddito di cittadinanza ha aiutato milioni di famiglie italiane a sopravvivere. Persone fragili colpite ferocemente dalla crisi pandemica con la perdita del lavoro e che con la solidarietà della collettività, principio sancito dalla Costituzione, ha evitato la frattura della coesione sociale. Tuttavia, ancora oggi assistiamo ad argomentazioni ideologiche che ne chiedono l’abolizione. Si parla di truffe per dire che non funziona. Rincorrendo tali ragionamenti si potrebbe ipotizzare, per assurdo con un parallelismo, l’abolizione delle pensioni in quanto oggetto di truffe. Sarebbe opportuno trovare altre strade per uscire da una logica d’antan che ci porta a gamba tesa indietro nel XX secolo.
In futuro il lavoro fisico sarà una scelta. In una società moderna industrializzata i robot saranno il cambiamento nel mondo del lavoro, le tute blu avranno il compito di aiutare i robot a lavorare e non il contrario. L’automazione è un processo irreversibile che allontanerà sempre più la piena occupazione nei Paesi del primo mondo. Creerà disoccupazione e aumenterà le disuguagliane. Servono risposte. Una potrebbe essere il reddito universale. Le resistenze sono molte. Ancora di più in Italia, basta osservare la campagna verso il reddito di cittadinanza che senza timore di essere smentiti si potrebbe catalogare denigratoria, alla ricerca di consenso alle prossime elezioni politiche settembrine. Demagogia fatta sulla pelle delle persone fragili e povere che sono in aumento. Il reddito universale e la settimana di quattro giorni come possibile antidoto alla depauperazione della società, del mondo del lavoro, delle disuguaglianze e della disoccupazione.
Enzo Sossi