Tredici persone partite dall'Elba (rientrate poi con l'ultimo traghetto, grazie alla perfetta organizzazione dei Comitati piombinesi) hanno partecipato sabato 27 agosto all'ennesima manifestazione contro la protervia di un governo che non c'è più e di una Regione matrigna che vuole imporre a Piombino un 'modello' impositivo che bypassa le normali norme di sicurezza e democrazia. Intervenuto ad inizio manifestazione, per il Comitato "Elba NO Rigassificatori" Leonardo Preziosi. Centrale, negli interventi che si sono susseguiti, le argomentate critiche al "Modello Piombino” che si vorrebbe poi imporre in tutta Italia, riflessioni ben riassunte nell'intervento - che segue- di Per il clima, fuori dal fossile".
Finora queste grandi opere del gas, come gasdotti, rigassificatori, nuove centrali a gas e riconversioni centrali a carbone, dovevano passare un iter autorizzativo lungo e tortuoso, proprio per il notevole impatto a livello ambientale e sul territorio che hanno questi progetti. Erano coinvolti, oltre ai singoli Ministeri interessati, tutti gli enti territoriali e i cittadini, e non solo a livello consultivo, ma anche in grado di obbligare i committenti alle “prescrizioni” sui punti contestati della Valutazione d’Impatto Ambientale e nello scontro tra pareri diversi tra i Ministeri decideva la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Infatti, una Commissione Tecnica VIA, composta da sessanta tecnici e scienziati, assicurava il supporto tecnico-scientifico al Ministero della Transizione Ecologica ed esprimeva un parere sui progetti presentati.
L’ENEL aveva provato a non assoggettare a VIA la conversione a gas della centrale a carbone di Brindisi, la Federico II, ma il CTVIA aveva obbligato il progetto alla VIA.
Cosa è cambiato col progetto rigassificatore FSRU di Piombino e Ravenna?
L’articolo 5 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, il cosiddetto Decreto Aiuti, stilato dal Governo sicuramente insieme a SNAM, dava 30 giorni per presentare progetti di rigassificatori galleggianti, accordando 30 milioni l’anno per 20 anni a chi li realizzasse.
E nel nome di “interventi strategici di pubblica utilità, indifferibili e urgenti” il DL deroga a tutta la procedura ambientale. Intanto è nominato un Commissario per “un procedimento unico da concludersi entro centoventi giorni dalla data di ricezione dell’istanza”. Poi “si applica l’esenzione “ dalla Valutazione di Impatto Ambientale. Al comma 4 il peggio: “Le amministrazioni… attribuiscono ad esse priorità e urgenza… ai fini della realizzabilità dell'opera all'interno di siti contaminati … ivi
incluse quelle ai fini antincendio … la verifica preventiva dell'interesse archeologico … la concessione demaniale… L'autorizzazione ha effetto di variante degli strumenti urbanistici vigenti… “.
Una semplificazione perfetta: le amministrazioni non devono fare troppe storie e possono solo chiedere integrazioni al progetto. Non ci sono prescrizioni degli enti, ma solo da parte del Commissario. Il Commissario, cioè il Presidente di Regione, è un Deus ex machina, decide tutto lui.
La non assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale deve essere autorizzata dalla Commissione Europea, che richiede la consultazione del pubblico come priorità per l’elusione della V.I.A. e che nei procedimenti sui rigassificatori italiani è concessa in termini ridotti (20 – 30 giorni) e senza una reale partecipazione dei territori alla decisione.
Un trucco perfetto di SNAM, ENI e società oil&gas, approfittando della speculazione in atto, non giustificata, sui prezzi del gas, per eludere le procedure ambientali. Una truffa legittima(ta) nei confronti dei cittadini, che giustifica ulteriori extraprofitti a tali aziende pagati dai cittadini in bolletta. Extraprofitti che il governo Draghi ha cercato di tassare al 25%, ma che queste società si sono rifiutate di pagare. Forse è anche per la pressione delle lobby del gas che è caduto il governo Draghi, troppo insistente sulla tassazione dei loro profitti. Si tratta di 9 miliardi di euro solo per l’ultimo anno.
Intanto SNAM “detta legge”, il Decreto Aiuti, con una legge scritta su misura, che regala 30 milioni di euro l’anno a ogni nuovo impianto di rigassificazione galleggiante per 20 anni. Guarda caso sono stati presentati solo 2 istanze, tutte e due di SNAM: Piombino e Ravenna. In dieci anni ammortizzano la spesa per le navi acquistate (perché avrebbero dovuto noleggiarle con una legge così, sbarazzando la feroce concorrenza mondiale sulle FSRU?), poi il gas è tutto profitto ai prezzi TTF di Amsterdam, da scaricare sulle bollette.
Una truffa di Stato, sostenuta da tutti quei partiti che in campagna elettorale appoggiano tali progetti in nome di una finta emergenza gas facendo gli interessi delle nostre compagnie oil&gas. Una vergogna. Un azzardo speculativo che non si era mai visto prima, appoggiato dalla politica e che sui media o tra le forze sociali non viene denunciato abbastanza.
La speculazione di SNAM ed ENI sul prezzo del gas nell’ultimo anno è come se il prezzo della benzina in un anno fosse passato da 1.50 € a 15.00 € al litro e nessuno dicesse niente.
E la guerra in Ukraina, la Cina, la ripresa del post covid non c’entrano molto con l’aumento dei prezzi del gas.
La Francia di Macron aveva limitato l’aumento del prezzo dell’energia al 4% agli inizi del 2022, Portogallo e Spagna hanno limitato per legge tali aumenti: in Italia invece siamo in balia delle speculazioni delle nostre aziende tra l’altro partecipate al 30% dallo Stato, che fanno extraprofitti che distribuiscono ai propri investitori internazionali.
Fermiamo la speculazione sul gas. Snam ed Eni devono restituire tutto il maltolto alle famiglie e alle imprese italiane.
Fermiamo il “nuovo modello Piombino” che rischia di diventare la regola per ogni nuova infrastruttura legata al gas: gasdotti, centrali a gas, depositi, PRT, per eludere la procedura di impatto ambientale, che garantisce le prescrizioni e i controlli sulle opere.