Ospitiamo una risposta di Bruno Miserendino (già prestigiosa "firma" dell'Unità) all'ultimo intervento di Graziano Rinaldi sul tema della pace in Ucraina:
Gentile signor Rinaldi, mi spiace polemizzare su un argomento che dovrebbe unire tutti, ossia la pace, ma leggendo il suo articolo mi sono chiesto se Lei, come molti altri, voglia volutamente confondere il fine con i mezzi. In sostanza ho l'impressione che Lei scambi la pace per la resa (degli ucraini).
Indubbiamente se l'Occidente non inviasse più armi all'Ucraina, e si accettasse l'idea che Putin si tiene la Crimea e tutti gli altri territori annessi con la guerra, quella che Lei chiama pace sarebbe a portata di mano. Niente più bombardamenti, (anche perchè pare che la Russia stia finendo le munizioni), fine del massacro delle popolazioni civili, fine dell'incubo nucleare, e magari, fine delle sanzioni e anche ritorno del gas russo che ci fa tanto comodo. Putin avrebbe vinto, resterebbe in sella nella sua frastornata Russia, gli orrori dell'invasione (spero si possa chiamare così) verrebbero archiviati nel fondo melmoso della memoria collettiva, e avrebbe vinto in fondo anche il pragmatismo, che in politica non è mai disgiunto da una certa dose di cinismo.
Del resto, diciamo la verità, Zelensky non sta simpatico a molti (nemmeno a me), sta tirando troppo la corda probabilmente su pressione di circoli atlantici oltranzisti, e nessuno in realtà vuole l'Ucraina nella Ue e tanto meno nella Nato. Eccola la pace. Senza giustizia e senza verità, ma pace. Sarebbero contenti quelli che nelle bandiere scrivono "nè con Putin nè con la Nato" (e che a me che ho una certa età ricordano molto quelli che erano "contro le Br e contro lo Stato"), e sarebbero contenti quelli che vorrebbero fare una grande manifestazione per la pace, sconfessando di fatto quello che l'Europa ha deciso negli ultimi mesi, magari perchè convinti che Putin avrà anche esagerato ma qualcuno l'ha costretto a questo. Non mi scandalizzo di nulla.
Anch'io temo l'escalation delle armi (che poi finisce con "l'ordigno fine di mondo", per citare un celebre film, anch'io sogno che venga ascoltato Papa Francesco, che però non si riferisce per la verità solo alle armi degli Occidentali, ma anche ai missili che Putin spara sulle popolazioni civili ucraine, e sogno un gesto che stabilisca una tregua e segni una speranza di pace. Solo che io questo gesto lo aspetto dall'invasore. Che so, la fine dei bombardamenti in cambio della fine delle ostilità anche da parte degli ucraini, insomma un qualcosa che inneschi un processo nuovo. Ma il gesto deve partire da lì. Su un'altra cosa, devo dire la verità, mi sembrano di parte le sue affermazioni, che ovviamente rispetto. Quando lei parla di informazione (materia su cui abbiamo da dire qualcosa sia io che il direttore Sergio Rossi) fa un errore molto comune, quello di pensare che un'entità planetaria (lei dice "una ristretta elitè mondiale") controlli l'informazione "umiliandola a triste propaganda di guerra".
Mi permetta di dirle che è una sciocchezza. La propaganda occidentale esiste, la retorica bellicista anche, come pure la disinformazione, esisteranno anche giornalisti prezzolati per sostenere quello che vuole la Nato, ma la maggioranza dei giornalisti fa i conti anche con la propria coscienza e non descrive il mondo in bianco e nero su ordinazione. Nella guerra di cui parliamo l'unico paese in cui l'informazione non vale nulla è proprio la Russia di Putin, perchè li chi vuole raccontare un briciolo di verità è già in carcere. E tutto il resto non parla di guerra, ma solo di intervento speciale per liberare il Donbas. E se parliamo di soldi, bisogna guardare alla Russia e capire, in Italia, a chi sono finiti. Purtroppo è così. La pace è difficile, e ha bisogno di compromessi, ma la resa alla prepotenza non è pace, è una tregua fragile foriera di altre guerre. E altri cimiteri.
Un saluto, come sempre a Elbareport, che assicura un dibattito civile e utile. Dando una lezione a tutti. Un caro saluto.
Bruno Miserendino