La recente decisione del Comune di Capoliveri di convocare chi percepisce il Reddito di Cittadinanza nel proprio Comune (32 persone su 45 domande presentate, dati INPS), per vedere di attivare i P.U.C. (Progetti Utili alla Collettiva ), previsti nell'ambito dei Patti per il lavoro e/o per l'inclusione sociale, costituisce un precedente per l'Isola d'Elba, collocandosi concretamente in un dibattito spesso basato - da chi osteggia il RdC - sulla mancata conoscenza dei dati reali.
Ma quante sono all'Elba le persone che percepiscono il RdC?
Il numero dei beneficiari è piuttosto contenuto: in totale 294, così suddivisi per comune:
Portoferraio 143;
Rio 49;
Campo nell'Elba 32;
Capoliveri 32;
Porto Azzurro 17;
Marciana 12;
Marciana Marina 9.
La cifra isolana è da considerarsi modesta anche nel confronto con territori limitrofi e con il dato nazionale:
- i 294 percettori elbani rappresentano solo lo 0,9% della popolaziome
- i 623 che a Piombino fruiscono dell'assegno sono percentualmente il doppio: 1.8%
- i 2710 beneficiari di Livorno sommano una percentuale simile a quella piombinese: 1,7%
Di gran lunga superiore la percentuale nazionale dei fruitori di RdC (prossima al 4%) con erogazioni medie di 500 euro mensili, a persone la cui età media è di circa 50 anni.
Carte e numeri (cantanti) in mano, cade quindi quasi completamente la narrazione secondo la quale, sulla difficoltà a reperire personale, soprattutto per le attività stagionali del comparto turistico isolano, peserebbe in maniera determinante il Reddito di Cittadinanza.
Se il fenomeno sussiste è chiaro che le maggiori cause sono da cercare altrove.
Ma tornando a quel che si è mosso a Capoliveri, sul fronte della attivazione delle risorse potenzialmente indotta dal RdC, resta fermo che i Comuni sono responsabili dei Progetti Utili alla Comunità e la loro attivazione (ma solo 2064 Comuni su 7916 lo hanno fatto).
E l'attivazione dei P.U.C. - anche in collaborazione con altri soggetti - può rappresentare un'occasione di inclusione e crescita sia per i beneficiari che per la collettività:
- per i beneficiari, perché i progetti utilizzano le competenze professionali delle persone coinvolte e assecondano le loro propensioni/interessi (che dovrebbero emergere nei colloqui presso il Centro per l'Impiego o il Servizio sociale del Comune);
- per la collettività, che potrebbe trovare energie aggiuntive per le necessarie e complementari attività ordinarie, sia proprie che degli Enti pubblici coinvolti.
CR