“La guerra è dolce, per chi non la conosce” così affermava Erasmo da Rotterdam, per indicare che quando determinate situazioni non si vivono personalmente, non possono essere oggetto di critica o di biasimo, ma occorre riflettere e valutare attentamente tutte le posizioni.
Nel mio caso, la situazione di grande disagio maturata non solo con gli ultimi accadimenti, mi ha portato alla consapevolezza di non poter più continuare a permanere all’interno della compagine della maggioranza rappresentata dal gruppo impegno prioritario.
La mia storia politica è contraddistinta dalla consapevolezza che ogni istanza, qualunque posizione, va ascoltata e mediata; ogni conflitto interno va compreso nelle sue ragioni, e che tutti hanno la pari dignità di essere ascoltati ed anche compresi: chi ha le leve in mano, deve anche saper sanare i dissidi. Per quanto mi riguarda, troppi sono stati i segnali di piccole incrinature sul piano politico che, nel tempo, si sono tramutate in chiare fratture che non sono mai state ripianate ed il clima che ne è sorto è per lo scrivente, non più sostenibile. Personalmente, essendo nato e cresciuto a Rio, percepisco la pressante tensione che si è creata all’interno del paese, che ha prodotto una spaccatura interna allo stesso, lacerando il già precario tessuto sociale ed interrelazionale. Da ultimo, durante l’ultimo consiglio comunale, la spaccatura finale è avvenuta, ed io non posso e non voglio non attribuire il giusto peso politico di fronte a quello che è accaduto.
Tuttavia, non rinnego la scelta che feci 5 anni fa e sono certo che da parte mia, nei confronti dei cittadini riesi, non è mancato il mio appoggio, la mia disponibilità di ascolto e la mia reperibilità, cercando di risolvere i piccoli problemi che - quotidianamente - affliggono la comunità. L’ho fatto senza interessi, senza strane dietrologie paventate, in piena trasparenza e lealtà e con la consapevolezza delle mie capacità e dei miei limiti.
Spero, dunque, che di qui ai prossimi mesi si apra una fase nuova, dettata proprio dalla ricucitura di un sistema che accorci la distanza tra il palazzo e il cittadino, che ripiani le divergenze e che riconduca il dibattito politico entro i binari corretti: scevro da illazioni e personalismi vari. Da qui in poi, mi limiterò solo a svolgere il ruolo di presidente del consiglio comunale, senza appartenenze maggioritarie, preservando il ruolo di moderatore e garante dei diritti di tutti i consiglieri.
Mattia Gemelli