Strano destino, quello dell’Isola d’Elba, un comprensorio di otto comuni che, da solo, avrebbe la possibilità di rappresentare un importante volano per l’economia toscana ma che, inspiegabilmente, è “tenuto in frigo” o, addirittura, penalizzato. Un’isola che “dovrebbe vivere di turismo” e che, invece, stenta a far quadrare i conti con i soli introiti dell’alta stagione, non potendo dispiegare tutte le potenzialità di cui dispone. Tutto sembra programmato a discapito della popolazione elbana, che già da anni subisce la pesante “palla al piede” rappresentata dal Pnat, ed anche per scoraggiare i turisti.
Infatti, navigando in internet, si può incontrare il portale di Toscana Promozione, dove si ha subito l’impressione che questo ente serva soprattutto a elargire stipendi e compensi, sia in Italia che nelle sue (purtroppo) numerose sedi estere. Passando, all'altro portale “www.turismo.intoscana.it“ della Fondazione Sistema Toscana, una delle tante, troppe fondazioni toscane (=stipendifici?), anche qui restiamo delusi per un affollamento poco razionale d’informazioni dove, cercando bene, si può anche trovare qualcosa sull'Elba, ma - stranamente - non il link al sito dell'Apt elbana ed all'altro sito “www.toscana4u.net“; quest’ultimo nato, forse, al solo scopo di utilizzare un finanziamento europeo.
Se, nonostante tutto, si sceglie l’Elba, avremo la sorpresa del caro traghetti (dopo che la Regione ha privatizzato la Toremar), solo in parte attenuato dall'introduzione di una linea low cost per iniziativa di imprenditori locali, della scarsa manutenzione delle 21 strade provinciali e del fatto che l’ospedale elbano è quasi ai minimi termini, grazie alla dissennata politica sanitaria della Regione Toscana che privilegia gli sprechi delle Asl (e perché tante Asl quando ne basterebbe una sola?) invece della salute dei cittadini elbani (30.000 ma che in estate decuplicano).
Ma le sorprese non sono finite, perché se uno volesse andare all’Elba con la propria imbarcazione, si accorgerebbe subito che l’isola è a corto di approdi all'altezza delle aspettative dell’attuale turismo nautico ed anche che i grandi yacht preferiscono la vicina Corsica.
Ma non basta, perché, in seguito, sarà il porto di Piombino che, grazie al finanziamento di 111 milioni, farà concorrenza all'Elba danneggiando, in tal modo, un’altra fonte di reddito per l’isola e confermando, ancora una volta, che la Regione preferisce Piombino.
Naturalmente, al danno derivante dalla carenza di approdi nautici va aggiunto anche il danno dovuto alla scarsa o nulla fruibilità di tre belle isole dell’Arcipelago toscano: Gorgona (utilizzata come carcere), Montecristo (sottoposta ai pesanti vincoli che limitano molto gli accessi) e Pianosa con la preannunciata riapertura del carcere. Altre tre importanti occasioni di guadagno sottratte alla popolazione elbana ma, per le conseguenti ricadute, anche al resto della Toscana.
Tuttavia, la Regione ha fatto anche di più, perché ha gestito in modo burocratico, al limite del disinteresse, la questione Distretti turistici, scaduta il 30 giugno scorso, precludendo, in tal modo, l’accesso dell’isola agli incentivi contemplanti da quella legge.
Poi, siccome un po’ di denaro circola comunque nell'isola, non poteva mancare l’inadeguato contrasto delle Autorità verso l’invasione di spacciatori e venditori abusivi di merce contraffatta e l’aumento dei furti a seguito dello sbarco di carovane di nomadi (ma questa è solo una singolare coincidenza). Tutte cose che danneggiano grandemente l’immagine turistica dell’Elba.
E così, visto che gli elbani sono “cucinati” a dovere, la Regione sarà contenta.
Tuttavia, non tutto è perduto. Fa ben sperare, ad esempio, l’iniziativa di Coop Arcipelago Toscano e Studio Sintesi-Progetti riguardante il “Comprensorio della Cittadella” a Portoferraio, per la possibilità di integrare, con una proiezione euro-mediterranea, numerose attività, sia commerciali che artigianali, ma anche culturali oltre che scientifiche e di ricerca.
Apprezzabile anche la proposta, avanzata dalla Fondazione Elba, affinché il Governo renda l’intera isola esente dall'applicazione dell’Iva sui beni di consumo. Un provvedimento, questo, che rappresenterebbe, per l’Isola d’Elba, la giusta compensazione per tutte le “disattenzioni” che ha dovuto subire da parte della Regione.
Comunque, come Piombino che vuole lasciare la Provincia di Livorno per integrarsi in quella di Grosseto, per gli elbani esiste sempre l’ultima soluzione, cioè la secessione dalla “matrigna” Toscana con la conseguente unione dell’Isola d’Elba alla Sardegna o meglio, se possibile, addirittura alla Corsica.
Gennaro Ceruso – Segretario provinciale Lega Nord - Livorno