Per dirla tutta, e non credo di essere l’unico, comincio a riprendermi ora dal naufragio del progetto comune unico.
Come ero prima del referendum rimango convinto che la possibilità di affrontare i mali che affliggono la nostra isola e goderne appieno i pregi e le potenzialità passi attraverso l’accorpamento amministrativo, la chiusura di quelli che Elbareport ha chiamato, con ragione, gli otto pollai. Purtroppo i polli che li abitano, o meglio, buona parte di noi, non ne sono stati altrettanto convinti.
Ho sentito motivare il proprio voto per il no nei modi più stupefacenti. Una cara amica mi ha fatto quasi uscire di strada, eravamo in auto, dicendomi che, pur essendo a favore aveva espresso il proprio voto contrario essendo in disaccordo con la composizione del comitato promotore, da lei visto come longa manus della regione sull’isola. Al di là della torsione del ragionamento è probabile che l’istituzionalità ampiamente rappresentata nel comitato ne abbia in qualche modo minata l’efficacia. Alla fine però la ragione prevalente che ha fatto fallire il progetto è stata forse la convinzione della maggioranza dei votanti di poter preservare meglio i propri individuali interessi attraverso la contrattazione diretta con il capo del proprio pollaio piuttosto che adeguandosi al funzionamento di una macchina amministrativa più impersonale e sentita come lontana.
Detto questo, e nella speranza che una analisi approfondita delle ragioni che hanno indotto tanti elbani a votare no venga prima o poi fatta, vorrei spostare l’attenzione sull’a sciambere http://www.elbareport.it/corsivo/item/5448-a-sciambere-del-sindaco-dentro-la-calza-della-befana uscito alla metà di luglio su questo giornale. In quel corsivo il direttore lanciava la proposta di riunire chi ne sentisse la necessità e l’urgenza allo scopo di individuare un futuro sindaco da proporre per Portoferraio. L’embrione, crescendo, forse potrebbe svilupparsi in una una lista civica. Pur essendo chiaro che i tempi strettissimi giocano a sfavore della proposta, le recenti vicende, la formazione del gruppo dei “renziani” (sic) in seno al pd locale, la recentissima sparata in stile Bosi (http://www.elbareport.it/scienza-ambiente/item/6203-il-pd-polemico-sulla-critica-dei-visionari-del-cemento ) dell’attuale segretario dello stesso partito su ambiente e cemento che sembra rivelarsi l’apripista di un nuovo inverosimile attacco al territorio isolano favorito, per inciso, proprio dalla recente sconfitta del comune unico, l’avvio concreto del pericolosissimo progetto chiamato fronte mare sulla rada di portoferraio inducono a tentare in ogni caso la strada proposta da questo giornale, per quanto in salita possa essere. Ma se vogliamo farla facciamola grossa: anche se minoranza un gran numero di elbani ha votato a favore del comune unico. E allora sia data a questi elettori e anche a quelli che no, non l’hanno voluto, la possibilità di dire la loro non solo sul candidato sindaco del proprio pollaio ma su quelli di tutti gli otto. Voglio dire che a discuterne e a designare il futuro candidato sindaco di PF, così come degli altri pollai potrebbero essere chiamati tutti gli elettori dell’isola che in qualche modo ne avvertissero l’utilità. Ne conseguirebbe, crescendo l’embrione, la formazione di una lista civica territoriale, presente, nella migliore delle ipotesi, in tutti i comuni, in grado di individuare volta per volta i candidati più adatti a perseguire una strada comune.
Beppe Contin