Ciao Sergio.
Mi ha incuriosito la tua recente risposta a Gianluigi Palombi relativa ad un intervento del Sindaco di Firenze ad una festa del PD.
Sarò anche un ingenuo, o forse poco avvezzo alla politica, ma leggo con disagio ‘ce lo vedi tu uno così sottrarre tempo alla consultazione della Gazzetta dello Sport o ai quiz (facilitati) della Settimana Enigmistica per dedicarsi a “Letteratura e Vita Nazionale”?’.
Io non conosco il personaggio, ma neppure altri attori della politica italiana: mi chiedo, però, se vi siano davvero ragioni che possano indurre a qualificarlo con tale disprezzo?
Così come mi sorprende che nel 2013 si dovrebbero citare Togliatti, Don Sturzo, Gramsci o De Gasperi. Ti risulta che veramente la storia sia maestra di vita? E che chi ci ha preceduto sia sempre e solo migliore di noi?
Sarei poi curioso di capire chi sia in grado, a parer tuo, di guidare questo Paese. Se tre Partiti finiscono alla pari (com’è avvenuto alle recenti elezioni politiche), che fare? Si torna subito al voto?
La situazione finanziaria italiana, forse, andrebbe gestita anche utilizzando accordi temporanei tra Partiti che non si trovano sulla stessa lunghezza d’onda. Mi sembra che la Grande Coalizione (per due Legislature negli anni sessanta del secolo scorso e per una prima dell’attuale Esecutivo) abbia aiutato la Germania ad uscire, rispettivamente, dal secondo dopoguerra e a porre le basi di un’economia ben guidata.
No, da noi no. Siamo ancora ai Guelfi e ai Ghibellini? Ѐ possibile che non vi possano essere margini di manovra che consentano a chi è spesso in conflitto di accantonare le armi e collaborare?
Può darsi che mantenere rapporti rigidi, e quindi chiusure granitiche nei confronti degli avversari politici, porti a grandi risultati. Ma occorre avere il consenso degli elettori. Qualcuno è in grado di ottenerlo il consenso. Altri no. Meglio, quindi, arroccarsi sulle proprie posizioni, evitando mediazioni di ogni genere?
Perché comunque a sbagliare sono sempre o solo gli altri?
Ti abbraccio.
Angelo Drusiani
Caro Angelo
E’ fuor di dubbio che la politica sia l’arte di mediare (tra valori) ed è ugualmente pacifico che chi, magari accampando una propria pretesa “diversità totale” dagli altri, si isola in una torre d’avorio, funzionale per il rafforzamento della setta, non serve il proprio paese.
Quella che mi auguro ormai da anni per il mio, di paese, è la crescita di una classe dirigente che sappia esprimere maggioranze capaci di governare ed opposizioni in grado di opporsi, proponendo costruttivamente alternative.
Quella delle citazioni, era una forzatura ma fino ad un certo punto, perché citare non è obbligatorio (anzi talvolta può essere un artificio noioso e spocchioso) ma padroneggiare gli strumenti conoscitivi del proprio mestiere, o dell’arte che ci si propone di esercitare è indispensabile.
Gianluigi Palombi, che è di destra, ed è un coscienzioso e valente medico deve conoscere a menadito l’anatomia umana, le patologie che affligono le persone ed i principi attivi necessari per curarle, per questo come i suoi colleghi ha studiato tomi su tomi ed costretto ad apprendere cosa c’è di nuovo aggiornandosi.
Angelo Drusiani; che è un “moderato”, fa il giornalista economico per una prestigiosa testata e “La ricchezza delle nazioni” l’ha letta anche se è un’opera vecchia di secoli, così come per lui la conoscenza della storia della nostra economia è pane quotidiano.
Anche i politici e gli amministratori, non nascono sotto i cavoli, dovrebbero anzi essere il frutto di un processo formativo che non dovrebbe prescindere dalla conoscenza delle idee e della loro storia.
Al medico, all’economista ed al politico credo poi che sia giusto che la gente chieda sostanzialmente una cosa che si chiama CHIAREZZA indicazione degli obiettivi e metodi per conseguirli.
Renzi mi sta umanamente antipatico, anzi trovo insopportabile il suo stile ed il suo modo di porsi e proporsi (mi sembra un Berlinguer alla rovescia) ma quello che più gli contesto è la democristianissima ambiguità assoluta delle sue “ricette” politiche ed economiche, la sua cultura che con l’essere di sinistra non ci azzecca (direbbe Tonino) assai meno di niente.
Sarà probabilmente lui che uscirà vincitore dal congresso del PD (lo si può desumere dalla rapidità con cui in tanti cambiano giacchetta e salgono sul suo carro) , arrivo a dirti che forse potrebbe essere l’uomo centrale di una operazione che finirà con una nuova “larga intesa” (con le sigle politiche di destra in patto strutturato o con l’elettorato di destra ammaliato e spostato poca differenza fa) capace di assicurare stabilità di governo alla repubblichetta italiana. Sarà Renzi l’interprete e la a personificazione della “Grosse Coalition” in salsa di italo pomodoro.
Ma proprio perché i miei valori, la mia cultura e le mie priorità sono diversi da quelle del "vecchio" Renzi (il cui "pensare politico" considero infatti una specie di ribollita di blairismo fuori tempo massimo) so già che in un suo governo io non mi ci potrò identificare.
Non mi preoccupa più di tanto la prospettiva di stare dalla parte di chi sta all’opposizione, ci sono abituato.
Il da fare non manca, c’è moltissimo da lavorare per far tornare questo tra i paesi “normali” a partire, come dicevo, dalla ricostruzione di una destra e di una sinistra, serie e credibili. Nella peggiore delle ipotesi moriremo renziani (o democristiani, che è più o meno uguale)
Ricambio l’abbraccio
Sergio Rossi
PS: a rivotare ci sarei andato immediatamente, dopo aver cambiato (semplicemente annullandola) la vergognosa legge elettorale di cui siamo stati costretti a servirci, quella era la prima emergenza da affrontare, e ancora la se ne sta.