Ho letto giorni addietro il comunicato della Autorità di sistema portuale di Livorno sulla approvazione del bilancio annuale e triennale per gli anni 2024-2026.
Nel 2024 la spesa per investimenti ammonta complessivamente a quasi 173 milioni. Dopo un’ampia illustrazione di quelli programmati per i porti di Livorno e Piombino, nella parte finale del comunicato viene anche indicato l’importo riservato a Portoferraio e a Rio Marina. In tutto 3 milioni di euro! Neppure il 2 per cento dei 173 stanziati! Ma l’estensore del comunicato ha ritenuto di poter scrivere che gli investimenti nei due porti elbani “sono degni di nota” e “meritano di essere menzionati”! Come fa a pensarla così è difficile capirlo.
Una parte di quei 3 milioni è destinata “all’ammodernamento del Palazzo ex Cromofilm” come stazione marittima. Ma ad aprile, in un convegno organizzato a Portoferraio dalla stessa Autorità portuale dove si discusse di servizi di accoglienza, non fu assicurato che i soldi per la stazione c’erano tutti?
Ricordo che, negli anni ’90, i Comuni elbani potevano contare su cospicui finanziamenti europei. In una assemblea della Comunità montana, presente l’Assessore regionale Benesperi, già Sindaco di Piombino, fu deciso, all’unanimità, di impegnare una parte di quegli aiuti per avviare la costruzione di una stazione marittima a Piombino. Si disse che il porto piombinese era la “porta d’ingresso all’isola”. Fu una scelta giusta? Certamente sì. Era naturale attendersi, però, un po’ di riconoscenza da parte della Autorità portuale di Piombino, con una accelerazione dei tempi di realizzazione di una stazione anche nel principale porto elbano. Ma così non è stato.
Sul giornale on line “Informazioni marittime” del 30 settembre scorso ho letto che l’Autorità portuale ha presentato a Piombino, al Poggio all’Agnello Resort, il progetto di riqualificazione energetica e architettonica della stazione marittima per un “discreto” importo di 17 milioni che andrà a gara entro il mese di marzo del prossimo anno. Accolgo la notizia con favore. Senz’altro, oltre al risparmio energetico, si avrà anche un ulteriore miglioramento del porto in termini di accoglienza. Questo dimostra che quando le cose si vogliono fare davvero il modo per farle ed anche presto lo si trova. Invece, al di qua del canale, sembra che tutto sia più complicato.
Il primo impegno per una stazione fu preso nel 2011 con l’Amministrazione Peria. Sono passati 12 anni e attendiamo ancora l’apertura del cantiere dei lavori.
Nel 2005 l’Autorità portuale piombinese presentò al Comune di Portoferraio una proposta progettuale che prevedeva l’ampliamento del piazzale di imbarco alla radice del pontile n°1 lato sud e ll prolungamento della banchina dell’alto fondale.
Il Ministero dei Lavori pubblici, con un parere espresso nel 2007, valutò che per quei due interventi era necessario approvare una variante generale al Piano regolatore del porto che addirittura risale al 1959. Sarebbe stato opportuno che l’Autorità portuale avesse provveduto, in tempi ragionevoli, alla adozione di tale variante e lo avesse fatto dopo un ampio confronto con i Comuni elbani, con le Associazioni economiche e quelle ambientaliste, con il Sindacato dei marittimi e le Compagnie di navigazione e con ogni altro Soggetto interessato. Ma dal 2007 ad oggi sono trascorsi inutilmente 16 anni!
Non sarà l’ora di superare questo deprecabile stallo?
Giovanni Fratini
p.s. E che dire del distributore di benzina di piazza Citi chiuso, credo, dal 2015. Competente per la demolizione e il risanamento della zona è l’Autorità portuale in quanto il distributore è posizionato sul demanio marittimo. A gennaio del 2022, in un incontro con l’Amministrazione comunale, finalmente la Dirigenza della Autorità assicurò l’inizio dei lavori entro la fine dell’anno o forse anche prima della stagione estiva. È passato il 2022. Tra poco spirerà anche il 2023, ma quel vecchio manufatto di “barontiniana” memoria continua a fare “brutta” mostra di sé.