Venerdì prossimo, 4 ottobre si terrà all’ Hotel Airone un convegno dove personalità che direttamente od indirettamente hanno responsabilità nella amministrazione e nella economia dell’Elba si riuniranno, spero di fronte ad una nutrita platea, per parlare dei vari modi di “ Fare turismo” : enogastronomico, culturale, ambientale, termale, e affrontare la sfida di quel “ turismo esperienziale” che – neologismo a parte- sembra essere oggi la nuova frontiera dell’accoglienza.
Si legge nel comunicato degli organizzatori che: “le proposte per fidelizzare e per intercettare nuovi segmenti di mercato (ma direi anche per conservare ciò che già disponiamo) devono essere sempre più innovative, qualificate e sicuramente attrattive”. Non possiamo che condividere questo concetto- nonchè l’ esigenza di disporre di adeguati servizi, in primis sanitari, di idonei collegamenti, di politiche unitarie, ma a prescindere, appare palese che i diversi modi di “Fare turismo” hanno un denominatore comune, “Fare manutenzione del territorio”: dei suoi centri urbani, delle montagne e del mare, delle spiagge, dei sentieri e delle strade, delle aiuole e delle rotonde,dei parchi giochi delle aree di sosta,… E’ una richiesta largamente sentita da elbani e turisti che “rimbomba“ dalle pagine a stampa, dai giornali on-line, blog, social network, in tutto il Mondo.
Da questa estate è stata applicata, fra mille polemiche, la “tassa di sbarco” e per il primo anno è stato previsto un introito di un milione di euro. Non male, dati i tempi. Anche se non arriveremo a questa cifra sicuramente saranno diverse centinaia di migliaia di euro, da destinare secondo le prime ipotesi, alla organizzazione di campagne di pubblicità turistica. Aggiustiamo un po’ il tiro. Facciamo un piano pluriennale, diciamo tre anni, durante i quali una consistente fetta degli introiti dalla tassa di sbarco, come peraltro prevede la sua natura, sono destinati alla manutenzione del territorio elbano, attraverso opere materiali concrete e campagne di sensibilizzazione sociale. Parlo della piccola manutenzione, quella che vuoi per mancanza di risorse, vuoi per difficoltà burocratiche, vuoi per campanilismi vari, vuoi per diseducazione, porta di giorno in giorno al degrado estetico del paesaggio urbano ed extra urbano dell’Elba, e all’emergere di quelle “brutture” indegne del patrimonio culturale ed ambientale dell’Isola e delle sue potenzialità turistiche.
Eliminare o per lo meno ridurre queste brutture, viene a essere, non solo un sentito bisogno socio-culturale, ma anche un potente mezzo di promozione turistica, poiché concorre a fornire al turista una “esperienza positivamente memorabile”, che non mancherà di diffondere mediante il passaparola( sia tradizionale che web), e aumenterà la probabilità di fidelizzare l’offerta Elba.., come si legge nell’ ABC del turismo esperienziale.
Beppe Tanelli