A noi che abbiamo tentato per quasi due anni di illustrare agli elbani e in particolar modo ai loro sindaci, i vantaggi che la fusione degli otto comuni nel comune unico Isola d’Elba avrebbero portato sull’isola, fa meraviglia leggere ora le dichiarazioni di quegli stessi sindaci inneggianti alle specialità dei servizi associati e al lancio del comune unico dell’occidente, ipotizzando magari anche quello dell’oriente ma col mantenimento del comune capoluogo a coordinare le proteste, in quanto metropoli di ben 12 000 abitanti!Mentre Ciumei, paladino dell’Unione occidentale, si dimentica che non è una sua iniziativa spontanea ed originale ma un preciso obbligo di legge che avrebbe già dovuto osservare e anche fatto osservare dal 1 gennaio 2013 per almeno tre dei dieci servizi essenziali che invece dovrà gestire tutti insieme dal prossimo 1 gennaio 2014, a pena della nomina di un commissario, dal versante orientale i due sindaci tenuti ad osservare la stessa normativa ancora non si sono pronunciati su come dovranno gestire i nuovi obblighi di legge dal prossimo anno.
Ma più originale di tutti come al solito è il sindaco longonese, uno dei più accaniti detrattori del Comune Unico, che, pur non essendo obbligato come del resto Capoliveri a nessun obbligo di legge perché ambedue le metropoli superano addirittura i 3 000 abitanti, declama ora su “Repubblica” le virtù dei servizi associati ma vitupera ancora i presunti vantaggi del comune unico.
L’oculato amministratore fa presente che non ci sarebbero stati risparmi con la fusione perché il “sindacone “ di tutta l’isola sarebbe costato di più, così pure il segretario generale e l’eventuale direttore del nuovo comune unico di 30 000 abitanti, dimenticando però che il raffronto andava fatto fra otto sindaci, otto segretari, qualche direttore generale ancora vigente e i conseguenti apparati e un solo sindaco, un solo segretario e un solo relativo apparato che avrebbe avuto il comune unico. Ma tant’è : qualcuno dice che noi del Comitato Comune Unico siamo stati “ unfit “, inadatti, come disse l’Economist di Berlusconi, lui a guidare l’Italia noi a promuovere l’idea del Comune unico e in effetti il Referendum ha dato loro ragione con la nostra pesante sconfitta, ma il comune Unico resta ancora la primaria condizione per la soluzione dei problemi dell’Elba, anche di quelli di non stretta competenza dei comuni, come il Tribunale , la Scuola e l’Ospedale. Un’Elba a tre velocità, comuni del versante orientale quelli del versante occidentale e Portoferraio o, al peggio, a cinque, dato che Capoliveri, per dichiarazione del suo sindaco, non si unirà mai col “ condominio” di Porto Azzurro col quale è in lite perenne per la frontiera di Mola, quel tipo di soluzione, ora auspicata per un avvio graduale al comune unico anche da tanti ex unionisti, ricorda l’avventura dell’Unione a cinque comuni, anzi a sei dato che c’era anche il Giglio, subentrata alla Comunità Montana con i risultati sotto gli occhi di tutti, specie di quei sindaci che da una parte auspicano queste già tentate e superate soluzioni e dall’altra non ne accettano le passate conseguenze.
Ecco perché, nonostante i risultati del referendum elbano ma sulla spinta di tutti gli altri referendum già vinti e in corso di svolgimento in tanti altri comuni toscani, noi promotori del Comune Unico restiamo a disposizione per i “ pentiti “ o i “ ravvisati “ dell’ultima ora, folgorati sulla via delle gestioni associate, dato che i piccoli comuni elbani, oltre a essere privati di una quantità di risorse , saranno condizionati dall’anno prossimo anche dai vincoli del patto di stabilità, mentre i comuni “ fusi “ godranno dei notevoli contributi dello Stato per dieci anni e della Regione per cinque e non saranno costretti dal patto di stabilità . Quei sindaci chiedano allora perdono del peccato commesso e si uniscano a tutti gli altri piccoli comuni virtuosi della Toscana che si sono convertiti al nuovo corso della fusione per cominciare anch’essi a goderne i benefici effetti , prima che l’estinzione della Provincia procuri altri e più rovinosi disservizi agli Elbani.
Gabriele Orsini