Afronte della gravissima crisi del servizio di trasporto marittimo per l’Elba e le isole dell’Arcipelago Toscano
abbiamo assistito in questi giorni ad uno stucchevole rimpallo di responsabilità sulla stampa locale tra il
centro-destra ed il PD su chi fosse il principale colpevole dell’attuale situazione.
Ora sono tutti d’accordo nel dire che la privatizzazione della TOREMAR fu un gravissimo errore. Evviva! All’epoca del trasferimento della TOREMAR al privato eravamo tra i pochissimi a dirlo mentre tutti gli altri applaudivano.
Occorre una volta per tutte ricordare che la privatizzazione fu originariamente voluta e sostenuta da un larghissimo campo diforze politiche e fu portata avanti dall’allora governo Berlusconi con l’assenso del centro-sinistra e anche,
purtroppo, di settori del sindacato.
L’aria che tirava nel primo decennio degli anni 2000 era quella del “privato è bello” a prescindere, un’opinione alimentata dall’Unione Europea, dall’imprenditoria e da convincenti campagne stampa e TV.
Era una scelta obbligata? Assolutamente no! In ogni caso il Governo dismise leproprie partecipazioni nelle ex compagnie marittime pubbliche e con il Decreto Legge 135/2009 traferì alla Regione Toscana la TOREMAR.
Con un primo bando di gara la gestione del servizio fu affidata dalla Regione al gruppo armatoriale Moby-CIN guidato da Vincenzo Onorato, ovvero all’unico diretto concorrente di TOREMAR sulla tratta di navigazione.
La conseguenza fu l’istituzione di un monopolio con tutti i ben noti disservizi. Ma alla prima scadenza del contratto per la continuità territoriale la Regione Toscana riusciva a fare ancora peggio: all’esito di due separati bandi vendeva la flotta TOREMAR al Gruppo Onorato e assegnava il servizio sempre allo stesso operatore.
In questo modo veniva archiviato ogni ruolo effettivo del settore pubblico nei trasporti marittimi e si lasciava questo settore vitale per la nostra comunità locale in balia delle alterne vicende ed alle variabili volontà del privato. Stendiamo un velo pietoso sulla connessa vicenda dei finanziamenti elargiti dal privato ai principali partiti politici ed a loro influenti esponenti, come è emerso nel procedimento svoltosi di fronte alla Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano.
Rammentiamo invece che a seguito della procedura fallimentare e del concordato finale lo Stato (ovvero tutti noi contribuenti) ha perso definitivamente 98 milioni dovuti dal Gruppo Onorato e relativi interessi. Scaduta la concessione del servizio il 31.12.2023 la Regione Toscana non ha più predisposto il bando di gara e ha prorogato per ben due volte, l’ultima pochi giorni or sono, il contratto con l’attuale gestore. A questi è stato quindi attribuito un potere contrattuale enorme specialmente in considerazione del fatto che quella parte del settore privato che non riceve sovvenzioni dalla Regione si è completamente disimpegnata: la Moby effettua un inverno una sola corsa sulla tratta Portoferraio – Piombino e la Blu Navy solo 4 coppie di corse che diventano 3 la domenica.
Ciò detto per rispetto della verità relativamente alla questione delle colpe e delle responsabilità, quello che più ci preme è che finalmente si affronti il problema nell’interesse della nostra comunità.
Gli orari in vigore, che non prevedono corse assolutamente essenziali come quella delle 6.30 da Portoferraio e delle 20.30 da Piombino, danneggiano tutti e soprattutto i lavoratori, i pendolari, chi si deve spostare dall’Isola per motivi di studio o per cure od assistenza medica.
Chiediamo che nell’immediato sia aumentato il numero dei collegamenti con orari adeguati e con il rispetto delle coincidenze con il servizio ferroviario e l’istituzione di un tavolo tecnico permanente tra Governo, Regione e Comuni per rilanciare il ruolo pubblico nel settore dei trasporti marittimi con la creazione di una public company.
A parole tutte le forze politiche si sono dette a favore di questa nostra proposta. A questo punto è il momento di passare ai fatti.
Partito della Rifondazione Comunista
Circolo Isola d'Elba