Il tema trattato, quello della gestione delle spiagge e del libero accesso della cittadinanza al mare, e il livello dei relatori, lasciavano prevedere un’ampia partecipazione. Basti pensare che Rifondazione Comunista nella primavera del 2023 aveva raccolto in pochi giorni ben 1700 firme di residenti e turisti per chiedere l’ampliamento delle spiagge libere. Ed in effetti la sala Nervi di Portoferraio era completa in ogni ordine e posto e più di 300 persone da tutta Italia si sono collegate alla diretta on line per seguire il dibattito che vedeva come relatori l’Avv. Roberto Biagini, Presidente Nazionale di “Mare Libero”, Umberto Mazzantini, Responsabile Mare di Legambiente ed i consiglieri comunali di Bene Comune Marcella Merlini e Daniele Palmieri.
L’incontro, organizzato dal Circolo Isola d’Elba del Partito della Rifondazione Comunista è iniziato con un’ampia e documentata relazione dell’Avv. Biagini.
Il Presidente di MARE LIBERO, che ha risposto anche a numerose domande dei presenti, ha ricordato che le spiagge fanno parte del demanio e pertanto il loro uso ordinario è quello di essere liberamente godute da tutte le cittadine e tutti i cittadini. L’uso da parte dei privati, anche in base ai principi sanciti dalla Costituzione, dovrebbe rappresentare un’eccezione. Purtroppo in Italia si è assistito, per motivi di scambio elettorale e sulla spinta di interessi particolari, ad un aumento indiscriminato di concessioni balneari tanto che in alcune spiagge ed in alcuni comuni si supera il 90% dell’arenile concesso in uso a privati. Con estrema competenza l’Avv. Biagini ha ripercorso la storia della legislazione in materia dagli anni ’90 ad oggi, una normativa che, accogliendo interessi delle lobby di settore, è stata ispirata al tentativo di eludere l’applicazione della normativa europea mediante il continuo ricorso a proroghe delle concessioni balneari. Il Consiglio di Stato ha però ripetutamente dichiarato l’illegittimità delle proroghe tanto che in moltissimi comuni italiani le concessioni devono considerarsi a tutti gli effetti decadute e la spiaggia dovrebbe ritornare nella libera disponibilità dei cittadini.
In estrema sintesi a livello di diritto amministrativo vi sono alcuni principi ormai certi ed indiscutibili:
- i Comuni non hanno alcun obbligo di rinnovare le concessioni demaniali esistenti ed anzi, l’applicazione della Direttiva Blockestein dovrebbe essere l’occasione per i comuni per ampliare i tratti di spiaggia libera e ridurre il numero delle concessioni migliorando anche la qualità dei servizi;
- in ogni caso, pur in presenza di concessioni, i cittadini hanno diritto a raggiungere il mare ed il concessionario deve garantire per legge il libero accesso;
- anche in presenza di concessioni deve essere rispettata la libertà della battigia per una profondità di almeno 5 metri che tutti possono utilizzare per il transito e la balneazione;
- sia le spiagge pubbliche che le zone in concessione devono essere dotate di accessi idonei per le persone diversamente abili;
- i canoni demaniali devono essere adeguati e prevedere una adeguata remunerazione del “pubblico” e non dei canoni irrisori come quelli attualmente in vigore;
- in caso di cessazione della concessione il Codice della Navigazione esclude da sempre espressamente ogni indennizzo al concessionario e quindi le norme regionali che prevedono il contrario sono illegittime.
Infine l’Avv. Biagini ha operato un raffronto tra l’Italia e altri paesi, come Francia, Spagna e Croazia, dove la normativa limita molto la possibilità di concedere a privati concessioni balneari con grande beneficio sia per la popolazione residente che per il turismo.
Umberto Mazzantini ha ricordato che Legambiente ha denunciato per anni la chiusura degli accessi ad almeno 13 spiagge all’Elba: da Cala dei Frati a quella del Direttore, fino a diverse spiagge nel capoliverese. Il rinnovo delle concessioni dovrebbe essere l’occasione per fissare percentuali vere di spiaggia libera attraverso i Piani Spiaggia e per legare le nuove concessioni a precisi obblighi ambientali, come essere amiche delle tartarughe marine favorendone la nidificazione, anche con luci turtle-friendly e pulizia manuale dell’arenile. E poi obbligo di risparmio idrico, utilizzo di energie rinnovabili, plastic-free e adozione di un pezzo di spiaggia pubblica da mantenere pulita. Il recente alluvione ha messo in luce tutta la fragilità della nostra costa, in particolare della costa bianca di Portoferraio. “Sentiamo dichiarazioni che tutto sarà in ordine entro Pasqua – ha affermato l’esponente di Legambiente - ma chiediamo che prima venga fatta un’attenta ricognizione sulla sicurezza di spiagge soggette ad eventi franosi. Un’isola turistica come la nostra non può permettersi di mandare i bagnanti su spiagge a rischio”.
La Capogruppo in Consiglio Comunale di Bene Comune, Marcella Merlini, ha delineato il quadro delle competenze in materia. I titolari delle funzioni amministrative sul Demanio marittimo sono i comuni che provvedono al rilascio, al subingresso, al rinnovo, alla revoca totale o parziale delle concessioni che devono sempre perseguire i fini pubblici: Il Comune ha il compito di controllare che quelle finalità vincolanti siano sempre perseguite e ha il dovere di controllare con continuità che il concessionario adempia agli obblighi assunti. Il comune di Portoferraio non ha ancora provveduto a bandire la gara e non ha approvato un piano spiagge nonostante le assicurazioni in merito da parte dell'assessore competente nel corso di una discussione in consiglio su una mozione per "la difesa e l'ampliamento dei tratti di spiaggia libera" presentata dal gruppo consiliare "Bene comune".
Sulla vicenda della mozione per l’ampliamento delle spiagge libere si è soffermato anche il consigliere comunale Daniele Palmieri: “Quando, in luglio, la mozione di Bene Comune per la riduzione a massimo il 20% degli arenili delle concessioni balneari è stata respinta sia dal centro destra che dal PD, abbiamo avuto chiara la percezione di quanto la piccola lobby dei balneari riesca ad imporre i propri interessi nei confronti degli altri soggetti, ovvero dei fruitori delle spiagge ma anche contro la gran parte degli imprenditori della ricettività elbana che ospitano turisti che hanno notevoli difficoltà a trovare posto sui piccoli tratti di spiaggia libera. La diffusione eccessiva delle concessioni indubbiamente crea un danno economico importante al sistema turistico elbano portando ad un sottoutilizzo degli arenili. L’applicazione della direttiva Bolkenstein, con le relative gare, dovrebbe essere la grande occasione per ridurre considerevolmente le concessioni, alzare i ridicoli canoni pagati dai balneari e creare, con le maggiori entrate, servizi pubblici di assistenza bagnanti e per imporre obblighi ai concessionari in particolare per garantire l’accesso al mare ai disabili. Sta alla politica riuscire a coagulare le forze dei cittadini contro l’esproprio degli arenili in contrasto alla potenza della piccola lobby dei concessionari“.
Partito Della Rifondazione Comunista
Circolo Isola d’Elba