Trascorsi i primi 6 mesi di amministrazione fra dichiarazioni, congiure interne, cambi di cavalli provenienti da scuderie Capoliveresi e poi Campesi senza cavare un ragno dal buco (di bilancio?) il Sindaco di Portoferraio scopre finalmente l’arma rivoluzionaria che può cambiare la storia di Cosmopoli: la motosega (copyright Milei-Argentina).
Manifestando la ferrea volontà di riuscire laddove non seppe Zini decide, petto in fuori e pancia in dentro, di tagliare, come aperitivo, una venticinquina di pini del centinaio che fanno dell’ex provinciale verso Porto Azzurro uno splendido e salutare viale avvisando che, appena rifatto il pieno di miscela, farà legno da ardere anche di tutti gli altri in un tripudio di sicurezza e segatura.
Zini, ingenuo, aveva giustificato il suo precedente tentativo di rapatura della ex provinciale sulla base di una perizia che però non aveva letto. In verità la perizia sosteneva che l’alberata di pini andasse quasi completamente salvata e sopratutto andasse operata la manutenzione necessaria a evitarne la possibile pericolosità ma, com’è naturale, se non si legge quanto scritto non si capisce nemmeno cosa c’è scritto e così, pur spenta per imbarazzo la motosega di allora, di manutenzioni e monitoraggi sullo stato di salute dell’alberata ne furono fatte poche o punte.
Arrivati ai giorni nostri, con l’intensificarsi della frequenza di sventolate e intense piogge alternate a lunghi periodi siccitosi correlate al cambiamento climatico e dati i precedenti sabotaggi inferti alle radici e al terreno circostante un paio di pini cadono, fortunatamente senza causare danni a persone o cose, completamente all’esterno della sede stradale. L’allarme è giustificato, il rimedio no. Immaginiamo, per esempio, che un paio di metri di cornicione cadano dall’alto di un palazzo affacciato su una strada. Buon senso vuole che, una volta verificato immediatamente che la parte rimanente sia o meno sana si operi per ripristinare il tratto compromesso.
Se la logica adottata fosse simile a quella seguita nel caso dell’alberata vien da supporre che il novello sindaco, in un frangente quale quello del cornicione, deciderebbe invece di eliminare completamente tutti i cornicioni comprensivi di grondaie che insistono sulla predetta strada garantendo così, a suo modo, la salute pubblica dalla caduta dei cornicioni in quella via senza purtroppo considerare gli effetti collaterali negativi che ne deriverebbero.
Se poi qualcuno si prendesse la briga di leggere la Determinazione che giustifica l’abbattimento dei pini rileverà altresì la possibilità, del tutto innovativa ma piuttosto rischiosa, di interscambiare professionalità che sembravano fino a ieri piuttosto lontane l’una dall’altra. Se si affida a un Geometra la facoltà di valutare la stabilità di un albero nulla vieta che la perizia sullo stato di un terrazzo che a prima vista non sembra sicuro venga affidata nel prossimo futuro a un Dottore Forestale.
Signor Sindaco la prego, faccia un bel respiro e si fermi un attimo a riflettere. Vuole essere ricordato per un grave pasticcio, un inutile, irrimediabile scempio pessimamente gestito o come una delle poche, oneste persone che quando sbagliano (cosa che succede almeno una volta a tutti) riescono, sia pur a malincuore, ad ammettere di aver sbagliato? Si conceda la seconda, grazie.
briganteemezzo