Il 1 gennaio 2025 l'Ucraina ha chiuso i rubinetti del gas.
Contratto scaduto e non rinnovato e, pare, neanche rinnovabile.
In questa notizia si intrecciano questioni economiche, geopolitiche, finanziarie talmente grandi che noi , comitati cittadini composti da persone comuni, sicuramente non siamo in grado di affrontare con le giuste competenze.
Si potrebbe parlare del costo del gas russo che ci arrivava dal metanodotto, si potrebbe parlare di come e quando scoppiò la guerra in Ucraina, si potrebbe parlare di quanto, in termini economici, ci è costata questa guerra, di quanto ci costa e ci costerà , si potrebbe parlare ancora di più di quante persone siano morte in questa guerra.
Ma non lo faremo, esorbita dai nostri compiti e dalle nostre competenze.
Però la notizia è certa , come sembra siano certi i voli speculativi che la sorvolano da subito.
In Italia i serbatoi sono pieni, come sono sempre stati pieni, anche quando in virtù di.una presunta emergenza, che i fatti hanno dimostrato inesistente, ci imposero un impianto rigassificatore nel porto di Piombino.
Allora dicevamo a tutti che l'Italia il gas lo esportava, ed era vero, come da dati ministeriali, ma ci guardavano come se fossimo pazzi.
L'emergenza gas non è mai esistita, come non esiste ora, mentre esiste una guerra, esistono giochi speculativi, esistono mondi che si contrappongono , esistono interessi enormi , da Oriente e da Occidente.
Noi temiamo si torni a battere la grancassa dell'emergenza e degli interessi privati camuffati da nazionali per far digerire ai cittadini qualche altra brutta sorpresa del tipo altri nuovi rigassificatori da piazzare magari a Taranto a Gioia Tauro, da lasciare a Piombino nonostante gli impegni sottoscritti dai governi succedutisi e ribadito dal Tar Lazio e da posizionare comunque uno a Vado. Siamo convinti invece che la politica energetica italiana debba essere realistica e rispettosa in primo luogo della salute dei Cittadini e dell' Ambiente, mentre l'unica cosa di cui si parla è dell' inevitabile quanto ingiustificato aumento delle bollette, tanto più incomprensibile visto le scorte ancora presenti. Perseguendo quindi questo miope asservimento al fossile e non sviluppando con determinazione lo sfruttamento delle energie rinnovabili, saremo sempre sotto schiaffo ogni qualvolta vi saranno crisi internazionali e ricattabili a secondo degli umori dei fornitori. Quindi chiediamo che non venga utilizzata questa narrazione dell'emergenza per il tornaconto delle multinazionali, ma sia mantenuto quanto stabilito e si valorizzano appieno le nostre risorse, sviluppando finalmente un piano concreto per l'utilizzo delle cosiddette rinnovabili che sia completamente gestito e controllato dagli enti pubblici e che sia rispettoso dell'ambiente, del territorio, della produzione agricola e della salute dei cittadini e di tutti gli esseri viventi, invece di essere lasciato, come adesso, all'iniziativa delle multinazionali che detengono il controllo delle fonti energetiche.
Comitato La Piazza della val di Cornia
Gazebo 8 Giugno
Comitato Liberi insieme per la salute