Ho avuto l’occasione di aprire Elbareport e vedere richiamato un articolo del quotidiano Il Tirreno nel quale è riportata una mia intervista sul pesante diluvio che ha colpito il giorno 13 febbraio diversi quartieri della Città di Portoferraio.
Come obiettivo avevo quello di non partecipare alle diatribe sui social e sulla stampa, ma non potevo negarmi alla cortese richiesta di rispondere ad alcune domande per correttezza nei confronti di un organo d’informazione e per il fatto di essere stato travolto in prima persona dagli eventi. Mi trovavo, infatti, nella zona interessata dal nubifragio e, di conseguenza, sono rimasto prigioniero di quell’infelice serata che personalmente non mi ha arrecato danni, ma ha messo in ginocchio numerose famiglie, imprese commerciali, artigiani e passanti occasionali.
Nell’articolo dell’Amministrazione comunale, uscito a ruota della mia intervista nella quale esprimevo il mio pensiero personale, sono stato colpito da alcuni passaggi che mi portano a fare delle considerazioni che mi auguro vengano lette come un contributo, sotto forma di suggerimento positivo, e non come un’aggressione mediatica a tutto svantaggio dei cittadini.
La prima considerazione è il seguente passaggio: “…il muretto di contenimento (di cui allegano la foto) fatto costruire nel 2015 in Via della Cementeria (durante il mio mandato di Sindaco) per arginare l’acqua accumulata in superficie e proveniente dalla strada a quattro corsie ha ceduto provocando un ulteriore flusso d’acqua in via del Carburo.”
Passaggio che mi porta a puntualizzare un aspetto importante, ossia che il muro collassato e rappresentato in foto non è quello da me fatto costruire, ma un muro che delimita un’area privata recintata il cui collasso ha comportato l’allagamento di un resede privato dal quale, attraverso un cancello d’accesso, l’acqua è confluita in via del Carburo contribuendo, purtroppo, a peggiorare la situazione. Il muro dichiarato nella nota come collassato ad oggi gode, dunque, di ottima salute. Un’ evidente informazione non corretta, probabilmente dovuta allo stress del momento, che comunque andava verificata ed accertata per evitare dubbi anche su altre notizie.
La seconda considerazione mi fa ricredere sulla tenuta della mia memoria in quanto, dall’ attenta lettura dell’attività sviluppata dall’Ingegner Muccetti, i dati emersi sono gli stessi che avevo richiamato nella mia intervista, ossia una portata delle pompe di 12.000 l/m che, in capo ad un ora, sono in grado di allontanare ben 1.440.000 litri fornendo un importante aiuto a contenere il battente d’acqua. Le idrovore non eliminano, certamente, gli allagamenti ma, in mancanza di alternative, possono dare un contributo spesso determinante per evitare danni. Sulla disamina delle previsioni progettuali e sugli aspetti tecnici formali che interessano solo di addetti ai lavori e non i danneggiati mi limito ad un suggerimento: oggi abbiamo questo impianto criticato teniamocelo stretto, coccoliamolo, andiamo a visitarlo in occasione di ogni allerta meteo e dotiamolo, con una spesa irrisoria, di un allarme da deviare in remoto al responsabile di turno della protezione civile perché possa attivarsi in tempo reale ed ovviare ad improvvisi guasti. L’adeguamento ai dati progettuali da sogno, oltre al sogno, costituisce un’opportunità per l’amministrazione di dimostrare la sua capacità operativa sulla quale molti cittadini, me compreso, contano. Spero quindi di non restare deluso, magari dal venire a conoscenza, non avendo la possibilità di verificarlo come privato cittadino, che le richiamate fatture di assistenza abbiano accumulato qualche strato di polvere, usando il quadriennio come strumento unitario di misura della loro “anzianità”.
La terza considerazione riguarda l’aspetto della situazione dei fossi di cui avevo parlato nella mia intervista al Tirreno che non viene presa in considerazione nella successiva nota del Comune. In merito al loro stato, ad oggi nulla è cambiato comportando ciò un gravissimo rischio in caso di piogge importanti. Conto, pertanto, su un conseguente, necessario e immediato impegno a ripristinare le quote riportate nello studio redatto nel 2011 dall’allora Unione dei Comuni e sostanzialmente avute in eredità dall’attuale “Consorzio 5 Toscana Costa”
Per puro spirito di collaborazione nei confronti dell’Amministrazione suggerisco un immediato recupero della sezione idraulica al momento della presa in carico del reticolo idraulico da parte del Consorzio nel 2012, cosi da affrontare i prossimi eventi con maggiore serenità. Conto, altresì, che vengano affrontati altri due aspetti di non secondaria importanza dovuti al fatto che il consorzio richiama, per la sua attività, il D.G.R.T. n.1315/19 in virtù del quale opera lasciando il materiale trattato tutto in sito, dove non ci sono sponde idonee o aree di pertinenza esclusivamente in alveo.
Il perdurare di tale procedura potrebbe portare qualcuno ad ipotizzare che tale criterio si configuri come situazioni di trattamento e abbandono di rifiuti ed anche di inquinamento da microplastiche. Microplastiche che finiscono in mare e nella catena alimentare. La massa complessiva del materiale trattato modifica, inoltre, la morfologia del fosso con un riempimento, nella fattispecie, “abusivo” determinato da ad una sedimentazione non gestita.
Con la mia intervista credo di aver dato un contributo costruttivo indicando che l’appesantimento delle conseguenze dell’allagamento deriva da due precisi elementi: la non ottimale portata idraulica dei fossi senza mantenere la sezione massima con la sistematica pulizia dei tratti intubati e la rimozione del sedimento abbandonato in alveo e la non ottimale cura delle attuali pompe che non sono la fuoriserie desiderata, ma un’utilitaria che, comunque, ti agevola la mobilità.
Capisco che la maggior parte delle persone, nelle situazioni di emergenza perde quella lucidità, che è alla base di tutto. Basta ricordare le parole di Guido Bertolaso che disse: ‘l’apparato organizzativo antincendio dell’isola d’Elba è stato portato come esempio da seguire in campo nazionale’. Il servizio antincendio a suo tempo elogiato ha visto ricoprire un ruolo fondamentale dall’allora Comunità Montana dell’Elba e Capraia. Ente per il quale ho avuto la soddisfazione di lavorare per 35 anni imparando molto. Insegnamenti importanti che ho sempre messo a disposizione di tutti senza differenza di colore.