«Per fermare il declino turistico dell’arcipelago toscano il Piano Regionale Integrato su Infrastrutture e Mobilità dovrebbe essere affiancato da provvedimenti per la trasformazione dell’Isola d’Elba in una zona franca come Livigno». È la dichiarazione del consigliere regionale del Nuovo Centrodestra di Alfano, che commenta la risposta scritta dell’assessore Ceccarelli all’interrogazione sugli interventi previsti dal piano Infrastrutture e Mobilità nell’arcipelago toscano.
«La risposta dell’assessore Ceccarelli – sottolinea – ci lascia parzialmente soddisfatto. Accogliamo infatti con piacere la notizia che lo sviluppo delle infrastrutture aeroportuali di Marina di Campo sia stato finanziato con 2.500.000 euro interamente supportati con risorse pubbliche e che il finanziamento dedicato alle opere di continuità territoriale dell’arcipelago ammonti in totale a 13.05.441 di euro. Ciononostante la Giunta è stata incapace di ascoltare quello che le istituzioni del territorio elbano, le associazioni di categoria e molti operatori turistici e commercianti richiedono a gran voce: l’istituzione di una zona franca che potrebbe realmente essere un mezzo per riavvicinare l’Elba al continente consentendone lo sviluppo turistico. L’isola toscana infatti potrebbe godere dei requisiti di zona a declino turistico, insulare e di estensione minima previsti dal regolamento CEE n° 2913 del 12 ottobre 1992 che istituisce un codice doganale comunitario, ed in particolare l’articolo 167 in cui si legge che “gli Stati membri possono destinare talune parti del territorio doganale della Comunità a zona franca o autorizzare la creazione di depositi franchi”. Richieste che ho espresso tramite due mozioni nel corso degli ultimi 2 anni, mirando a impegnare il presidente Rossi a promuovere presso il ministero dell’Economia e delle Finanza la creazione della zona franca comprendere l’Elba e tutto l’arcipelago ma che sono state entrambe bocciate».