Proviamo a fare un ragionamento. Due contadini hanno un ugual pezzo di terra, il campo dell’uno è adiacente a quello dell’altro.
Entrambi coltivano...che ne so, facciamo pomodori.
Il primo contadino è un tipo che dalle nostre parti definiremmo “ciollo” (sciatto, che nelle cose che fa dimostra costantemente scarso impegno, trascuratezza). Pianta i pomodori e poi se ne frega. Ignora le erbacce che crescono ovunque, annacqua a casaccio e poche volte, giusto quando se lo ricorda. Il secondo contadino, invece, cura il suo orto con estrema attenzione giorno dopo giorno.
Quale dei due avrà maggiori probabilità di ottenere pomodori più belli, più sani e in quantità superiore?
Ora consideriamo, sempre a titolo d’esempio, due Comuni con ugual numero di abitanti. I cittadini del primo non si interessano che raramente di politica. Eleggono i loro amministratori in modo abbastanza sbrigativo e poi per la quasi totalità del tempo pensano ad altro. Non si soffermano quasi mai a riflettere su cosa realmente i loro eletti stiano combinando. Sono per lo più disinformati e tendono a non andare oltre le apparenze.
I cittadini del secondo, invece, sono persone assai attente e seriamente interessate alla politica, nella quale si impegnano in svariati modi. Eleggono i loro amministratori dopo riflessioni accurate e ne controllano l’operato senza fare sconti.
Quale dei due Comuni avrà maggiori probabilità di essere meglio amministrato?
In entrambi i casi la risposta è ovvia. Potremmo portare esempi all’infinito, applicabili in ogni campo, ma a poco servirebbe poiché tutti sanno, dalle persone più semplici a quelle dotate di notevole intelletto, che per ottenere buoni risultati come minimo le cose le devi fare bene.
Così, in linea di massima, ogni contadino avrà il raccolto che si merita ed ogni Comune l’Amministrazione che si merita.
Ignorare questo principio, banale, è la vera radice del problema.
Potendo rivolgere una domanda ai longonesi, con la certezza di ottenere una risposta sincera, verrebbe quindi da chiedere in quale contadino o in quale cittadino si riconoscono. Dopodiché cosa intendano fare nel prossimo futuro.
Purtroppo questo non è possibile e dovremo accontentarci di una risposta a posteriori, per la quale è necessario che trascorra del tempo, diciamo da questi giorni alle prossime elezioni.
E solo dopo aver valutato, di nuovo, il modo di affrontare la questione della politica locale, che senza ombra di dubbio necessita di un profondo rinnovamento, potremo finalmente capire di che pasta siamo fatti e immaginare il domani che ci attende.
Si inizia il 22 di gennaio.
Checco @pranzosociale.org