La scorsa settimana a Capoliveri ha avuto luogo un evento piuttosto particolare, giustamente registrato dalla stampa come un convegno per il rilancio dell’immagine dell’Elba, a cura della Gestione Associata del Turismo dei Comuni. Al di là di un resoconto sullo svolgimento degli interventi, di cui senz’altro merita di parlare separatamente, alcune novità presentate sono talmente importanti da costituire una pietra miliare nella storia della nostra isola.
Sono vari gli aspetti che sanciscono la differenza: il salto di qualità, l’impegno, il realismo, l’ingresso dell’isola nel suo futuro, la cooperazione tra operatori e cittadini.
La prima novità che colpisce è la crescente disponibilità finanziaria di cui dispongono e disporranno i Comuni, assicurata dalla tassa di sbarco, ormai sancita e consolidata, a prescindere dai normali canali di finanziamento pubblico. Questa cifra, insieme alla sua provenienza, rende più affidabile una continuità di azione; la rende più agile per la facilità di previsione degli introiti; più dinamica e indipendente, perché sono i Comuni i diretti responsabili che dovranno rendere conto del suo utilizzo ai propri amministrati.
Anche il tipo di consulenza scelta rappresenta un’innovazione: il rilancio dell’immagine dell’Elba sarà più specializzato perché dei professionisti, altamente qualificati, stanno indicando il nuovo modo di procedere: non si tratta di politica, o di operatori collaudati sul territorio, ma di una strutturata analisi scientifica del turismo, in base a dati, studi, esperienze, tendenze, ricerche di mercato specializzati.
Se ricordiamo le interviste al momento della costituzione della GAT, si nota subito, dalle priorità allora elencate, un’evoluzione di forma e di contenuti, una maturazione di idee e procedimenti che fa sperare in un successo ormai imminente: si tratterà di tempo, ma non di dubbi nei risultati.
La spiegazione dei passi che saranno intrapresi è stata tremendamente realistica. In soli nove giorni è stata preparata questa presentazione: una maratona intellettuale ed empirica sul caso Elba e sul turismo internazionale. Il fattore “tempo” è centrale, con previsioni chiare a brevissimo (c’è pochissimo tempo per la stagione che sta per iniziare), breve, medio e lungo termine. Per il momento sarà fatto solo ciò che è possibile, sfruttando anche le risorse esistenti e le sinergie con Toscana Promozione, Fondazione Sistema Toscana, Film Commission, Regione Toscana. Tuttavia i primi passi si avvarranno dell’imprescindibile collaborazione, da subito, di un team di specialisti, giovani, multilingue, multiculturali, totalmente dedicati alle nuove tecnologie di comunicazione. Il bando è già stato pubblicato, dettagliatissimo, chiarissimo. Da qui riceviamo ancora due indizi forti: la politica di breve termine non porta beneficio a nessuno e la collaborazione è un altro dei fattori chiave che dovrà integrare tutti gli attori, per unire gli sforzi a livello locale, regionale, nazionale.
Tra i temi, privilegiato, naturalmente, sarà il Bicentenario napoleonico. Altre tappe annuali però, indicate con precise scadenze e obiettivi, integreranno già ora la tv e i social media sul territorio con tutti coloro che vogliono valorizzare l’Elba, grazie alle tecnologie digitali all’interno di un disegno strategico condiviso. Le stesse lingue straniere da utilizzare per l’apertura a vari mercati internazionali sono state oggetto di analisi e saranno ampliate negli anni.
La pubblicità è risultata poi essere un concetto obsoleto, passato. La moderna comunicazione, che tendenzialmente conduce anche alla fidelizzazione di un turista, adesso è il solo mezzo valido.
Non si tratta di inventare una nuova pubblicità per l’isola d’Elba, si tratta di pensare una nuova immagine, credibile e vera, un messaggio chiave unico che usi uno stesso stile e uno stesso linguaggio per un turismo a 360 gradi, dodici mesi l’anno. Occorre allora conoscenza di quello che già esiste: un patrimonio di pregio, ma frammentato, disomogeneo. Serve quindi un piano d’azione coerente, sviluppato grazie ad azioni concrete, per evitare iniziative distoniche: se non c’è direzione si crea una situazione di stallo, anzi, di confusione. Attenzione, però: la comunicazione e la conoscenza sono il punto di partenza, non di arrivo. Il messaggio che ne consegue è chiarissimo: non abbiamo successo se non lavoriamo insieme. Non solo gli operatori economici ma ogni singolo cittadino saranno chiamati a concorrere alla realizzazione di questo cambiamento, ognuno dovrà attivarsi come se fosse uno stakeholder, un azionista del “bene Elba”.
Con quale slogan sarà allora presentata l’Elba, per far capire a un giornalista in poche batture che cosa offriamo? La grossa sorpresa sarà il nuovo logo, un marchio mai stato utilizzato, sufficientemente professionale, accattivante, convincente. Per una versione finale, definitiva, dovremo aspettare ancora un po’, non si può far tutto subito, sarà all’inizio anche questo un esperimento, una bozza iniziale di quello che seguirà il prossimo anno, o forse nei prossimi due anni. Nel frattempo, cerchiamo di imparare la nuova strada, di seguire i passi indicati, per concederci le premesse di una qualità della vita diversa. È questa la ragione principale di questo sforzo collettivo. Non si tratta solo di “riguadagnare”, detto in termini crudi, i 500.000 turisti persi nelle stagioni passate, ma di ripensare il modo di fare turismo, e quindi il modo di condurre le proprie aziende, di far maturare l’isola, di allargare il benessere. Il processo sarà impegnativo, complesso, avrà bisogno di tutta la nostra attenzione tanti sono gli aspetti da considerare. Mettiamocela tutta, prima che sia troppo tardi, prima che, come un’amica ha detto dopo i miei commenti sul convegno, usando un’espressione devastante nella sua immediatezza, ma chiarissima, “ci mangiamo l’Elba a morsi” e continuiamo a sfruttarla solamente, senza renderci conto che questi sono anni cruciali, di grandi scelte ma soprattutto di grande coraggio.
Cecilia Pacini