L’inquadramento urbanistico di San Giovanni come qualificato punto d’ormeggio è perfettamente coerente con l’obiettivo, definito nell’accordo di pianificazione firmato con Regione e Provincia, di realizzare una struttura leggera, senza dragaggi, non impattante, rispettosa dell’ambiente e del paesaggio, rispondente ai bisogni locali e del diportismo nautico.
Tutta la procedura di VAS e persino la fase delle osservazioni dei cittadini hanno confermato una simile impostazione.
D’altronde rispondere ai bisogni locali con una struttura leggera per 300-350 imbarcazioni, intervenire con opere di facile rimozione, dare risposte sociali, ma senza danneggiare l’ambiente ed il paesaggio, prevedere un parco verde a terra, riqualificare tutto il borgo di San Giovanni in maniera sostenibile, sono da sempre gli obiettivi dell’Amministrazione.
E’ pertanto a dir poco sorprendente il comunicato stampa di “Marina di San Giovanni” che evidentemente non coglie la qualità e l’importanza di quanto sarà previsto nell’attuale fase della pianificazione.
Fare riferimento, poi, da parte dello stesso soggetto, a presunte pressioni del cantiere ESAOM, appare del tutto scorretto ed offensivo. L’Amministrazione è terza rispetto a qualsivoglia confronto tra privati; proprio il nostro essere equidistanti da tutti i vari punti di vista ci ha ripetutamente attirato le critiche prima degli uni e poi degli altri. In questo sta la nostra forza e la nostra capacità di lavorare senza condizionamenti per il bene della città.
Non sappiamo a tal proposito cosa risponderanno le segreterie politiche di maggioranza, tirate in ballo da Marina di San Giovanni; in ogni caso non ci risulta che la loro posizione sia divergente da quella della Giunta.
Precisiamo inoltre che in Toscana, in assenza di norme di dettaglio e PRP per i porti, il decreto Burlando non si applica. Il Burlando potrà pertanto essere applicato solo a seguito dell’attuale procedura.
Si veda in proposito la normativa regionale e la più recente giurisprudenza, che ha visto il Comune di Portoferraio vittorioso al TAR ed al Consiglio di Stato.
Precisiamo altresì che la procedura del nuovo porto, con accordo di pianificazione, non dura da 10 anni, ma da tre.
Bene, infine, ha fatto l’Assessore Marson a parlare di portualità leggera, perché tale è quella di Portoferraio, basata su un forte limite a nuovo consumo di suolo, sull’87% di riuso dei volumi esistenti, sul recupero di aree storicamente degradate, sulla sostituzione del cemento con nuove aree a verde, sulla bonifica di aree inquinate, sulla difesa del paesaggio, sulla nascita di nuove oasi a mare, sulle passeggiate pedonali e ciclabili e sull’uso delle rinnovabili anche nelle aree produttive.
I numeri relativi all’edificazione ed ai posti barca citati da Marina di San Giovanni riguardo all’area del Cantiere non sappiamo da quale piano siano stati tratti, ma evidentemente non dal nostro, presente da sempre, prima ancora dell’adozione, sul sito del Comune con tutt’altro dimensionamento.
Ricordiamo peraltro che l’asse di Viale Tesei è caratterizzato da aree prevalentemente demaniali e che il futuro porto turistico sarà realizzato a seguito di avviso pubblico.
Respingiamo quindi con sdegno le ulteriori affermazioni di Marina di San Giovanni, prive di fondamento e decisamente offensive.
Da sempre tutte le nostre scelte sono chiare, pubblicate on-line, verificabili e comprensibili.
La Giunta Comunale di Portoferraio