Leggo sula stampa un articolo ispirato da Legambiente dal titolo "Comune di Rio Marina: cambia la giunta ma il cemento a Cavo è sempre lo stesso", nel quale si criticano presunte scelte urbanistiche della mia Giunta e che contiene una serie di inesattezze e di conclusioni denigratorie.
L’intervento edilizio di cui si parla riguarda atti delle precedenti amministrazioni, che la mia non ha alcun potere di modificare, se non vuole incorrere in responsabilità che ricadrebbero poi indirettamente sui cittadini.
Quindi non ha avuto nella vicenda alcun ruolo se non quello di rispettare, come devesi, gli atti dei precedenti amministratori quando non risultano illegittimi.
Peraltro, per forzare gli argomenti, nell’articolo si affermano alcune falsità, come quella che si tratterebbe di una villa vista mare con un parcheggio sproporzionato, quando si tratta, più semplicemente, di un condominio di 3 appartamenti, più un fondo commerciale, con parcheggi che saranno ceduti al Comune.
Questa affermazione, ripeto falsa e tendenziosa, serve poi per trarre la conclusione denigratoria del perpetuarsi di “scelte politiche datate e che soddisfano gli interessi immediati della rendita privata, sacrificando quelli pubblici”, delineando così una sorta di linea di continuità.
A ben vedere, non riconosco alcuna legittimazione a Lega Ambiente di decidere le scelte di politica urbanistica, che appartengono esclusivamente ai cittadini che rappresento e non a gruppi di interesse che non hanno rappresentanza civica.
Non mi convincono le sue prese di posizione dettate dalla logica imperante del “non fare”, contraria alla mia “del fare”, soprattutto nell’interesse di una comunità, come la mia, che necessariamente “deve fare” per risanare e recuperare, anche in termini di sviluppo, un ambiente disastrato dalle attività minerarie.
Per troppo tempo la politica del non fare ha imperato nel nostro Paese a tutto vantaggio delle rendite di posizione e di chi ha già “un posto al sole”o di chi si arroga il diritto, senza alcuna legittimazione, di voler decidere per gli altri.
L’ambiente in cui viviamo è nostro e sappiamo come tutelarlo e non abbiamo bisogno di supervisioni interessate o di altri vincoli, perché quelli già esistenti, che già ci condizionano pesantemente, ci bastano e avanzano.
Poiché è mio costume, quando esprimo una critica informarmi e documentarmi, non accetterò oltre prese di posizione su presupposti falsi e strumentali.
Anticipo che fra qualche giorno dimostrerò a Lega Ambiente, con riferimento ad un altro sito, come si affrontano i problemi ambientali del nostro territorio.
Renzo Galli