Goletta Verde ha accostato al Molo Gallo di Portoferraio intorno alle 16 di Lunedì, e nella giornata successiva ha salpato le ancore alle 10.30 per il suo ennesimo “blitz” elbano, pare opportuno intervistare Umberto Mazzantini, responsabile Mare di Legambiente Toscana e responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente , che è anche la vera "memoria storica" dell'ambientalismo elbano, per ragionare sui risultati delle altre spettacolari azioni condotte all'elba in occasione delle altre crociere dell'imbacazione del Cigno Verde.
Mazzantini, lei pensa che questi blitz servono a qualcosa, che incidano nella realtà?
Intanto, anche per il ritorno mediatico che si determina con l’attenzione della stampa nazionale anche ai nostri locali fatti, servono a dare la sveglia ai Comuni e ad altri Enti coinvolti ed a sottolineare l’esistenza di un problema.
Ma se andiamo indietro nel tempo si vede che i blitz di Goletta Verde sono serviti, a cominciare da quello che fu la madre di tutte le battaglie: la denuncia nel 1993 della mancanza di depurazione e del disastroso stato delle condotte di scarico sottomarine all’Elba. Uno scontro durissimo, finito nelle aule dei tribunali, ma che è servito a rifare tutte le condotte e a rimettere in sesto buone parte del sistema, anche se la depurazione non è certo al 100% e se in qualche comune è carente o addirittura inesistente.
Va bene, ma gli altri blitz, non sempre hanno sortito effetti: per esempio Cala dei Frati di Portoferraio è sempre chiusa…
Sì è sempre chiusa ... nonostante le promesse di centro-destra e centro-sinistra... ma non disperiamo su quel problema continua a crescere la consapevolezza civile. Ma, per esempio, la Torre di Marciana Marina, dopo anni di battaglie e tornata quel “bene comune” che chiedevamo con il nostro blitz di qualche anno fa, che marcava una battaglia cominciata nel 1986.
Al Cavo non siamo riusciti a fermare (per ora) la sciagurata operazione delle Paffe, ma a Capo d’Arco abbiamo bloccato molto cemento, e il progetto del Villaggio Paese di Rio Marina sembra ormai un completo fallimento.
Anche le trivellazioni petrolifere e gasiere tra Pianosa e Montecristo sembrano scongiurate, nonostante il ministro Passera voglia riportare i limiti a 5 miglia dalle aree protette, perché, dopo la nostra manifestazione a Chiessi con i “Messaggeri del Mare”, la ministro Prestigiacomo assicurò che nelle aree marine protette, come viene considerato il Santuario dei cetacei, le trivellazioni sono vietate.
Peccato che ci sia voluto il naufragio della Costa Concordia per capire che avevamo ragione quando dicevamo che le grandi navi e quelle con carichi pericolosi devono stare lontane dalle nostre isole. Poi c’è il Water Front di Portoferraio, che mi sembra molto ridimensionato dopo il nostro blitz che sollevò le ire di diversi politici.
A proposito di Water Front, come mai non avete commentato ufficialmente il fatto che la Regione abbia praticamente bocciato il Porto Turistico a San Giovanni così come chiedevate ?
Intanto aspettiamo il “progetto” di approdo leggero che ci era stato annunciato entro il 15 giugno e che non abbiamo ancora visto. Poi devo dire che la risposta del sindaco Peria alla cooperativa è stata puntuale e soddisfacente: ha messo in evidenza tutte le problematiche ed i vincoli che avevamo esposto nelle nostre osservazioni, sia quelli idrogeologici che ambientali, che poi sono state le vere ragioni che hanno portato ad una radicale revisione del progetto del Water Front per San Giovanni.
A questo punto crediamo non ci siano più ostacoli per estendere la Zona di protezione speciale delle Prade/Schiopparello anche alla piana, ai fossi ed alle ex saline di San Giovanni, fino a Punta della Rena, il che potrebbe convivere benissimo con la struttura portuale leggera destinata ai residenti. Per il resto, anche per il progetto Esaom, continueremo a vigilare e a chiedere meno cemento e case, più investimenti industriali ed una conversione spinta della cantieristica alla “green economy”. Anche qui le risposte dell’imprenditoria e di Confindustria sembrano buone. Vedremo... magari se ci avessero dato un po’ di retta prima…
Insomma avete avuto ragione su parecchie cose a posteriori, ma come direbbe qualche amministratore comunale, la ragione è dei fessi ...
Intanto la ragione è di chi ce l’ha. Il problema è che noi parliamo all'opinione pubblica locale e nazionale e che gli amministratori credono che lo facciamo perché ce l'abbiamo con loro. Diversi pensano di essere il centro del mondo. In questi anni abbiamo visto amaramente ricredersi parecchi di quelli che ci considerano fessi. Poi ci danno anche ragione, naturalmente non citandoci mai, appropriandosi delle cose che diciamo da anni come se fossero loro intuizioni. Ma va bene così: il compito di un’associazione che fa ambientalismo scientifico come Legambiente è quello di far progredire la mentalità, anche di quelli che dicono che gli ambientalisti sono fessi e talebani.
Per il 26 giugno avete annunciato anche un “Bye bye Ecomostro” a Procchio. Che volete fare?
Niente di clamoroso: festeggiare l’annuncio del suo abbattimento dato dalla Regione Toscana e dal Comune di Marciana e 10 anni di battaglie contro l’ecomostro e per il ripristino idrogeologico della piana di Procchio che hanno visto Legambiente testardamente protagonista.
Un brindisi con tutti quelli che vorranno esserci e che ci hanno aiutato in questa battaglia contro “Elbopoli”, ed anche un brindisi alla memoria di chi purtroppo non è più con noi, come Luana Rovini che in questo duro, a tratti feroce, scontro ci mise tutta la professionalità ed il coraggio che aveva, tutta la sua grande anima ambientalista, un brindisi per dire che ci siamo stati, ci siamo e ci saremo e che festeggeremo davvero quando l’ecomostro andrà giù. Un brindisi per dire che ecomostri e mostriciattoli di cemento all’Elba e nell’Arcipelago Toscano non se ne devono più fare. Per dire che paesaggio, territorio, ambiente e bellezza sono la vera grande ricchezza dell’isola più bella del Mediterraneo.
Laura Giretti