Con circa 280 specie residenti, l’Italia è il Paese europeo con la più grande diversità di farfalle, in tutta Europa sono note 576 specie, ma i ricercatori del progetto Barcoding Italian Butterflies (BIB) dicono che «Ciononostante quasi niente è ancora noto della loro struttura e ricchezza genetica» e sono convinti che il loro studio estensivo «Potrà rivelare l’esistenza di specie fino a oggi sconosciute e di linee genetiche endemiche del nostro paese. In ultima istanza il barcoding delle farfalle rappresenterà il più potente strumento conoscitivo per predisporre piani di difesa della biodiversità di questi organismi non solo in Italia in tutta l’area mediterranea».
Per questo, dal 2014, il BIB organizza a fine maggio-inizio giugno la Butterfly Week è un’iniziativa di ricerca che coinvolge ricercatori e cittadini in una diversa destinazione, dove «Per una settimana un gruppo di ricercatori internazionali viaggia attraverso splendide regioni Italiane per raccogliere e studiare le farfalle allo scopo di scoprirne e descriverne la diversità, ancora in gran parte sconosciuta! Durante questi viaggi i ricercatori incontrano il pubblico per spiegare l’importanza delle farfalle e per coinvolgere i cittadini nella collezione e nelle azioni di conservazione».
La prima edizione si è svolta con grande successo nel 2014 nelle isole dell’’Arcipelago Toscano e quella del 2015 è ormai pronta a partire tra la Calabria e Basilicata. Come dicono gli stessi ricercatori del BIB, «Grazie al contributo del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e del Parco Regionale della Maremma, il barcoding delle farfalle dell'Arcipelago Toscano, della costa Toscana, della Corsica e della Sardegna è completato». I risultati sono pronti per pubblicazione e «Sono emerse un gran numero di novità sulle farfalle di quest'area che le rendono, se possibile, ancora più interessanti». Come esempio viene riportato «Il risultato per Coenonympha corinna e C. elbana e la distribuzione degli aplotipi (famiglie genetiche) ritrovati. Tre maggiori cladi (famiglie) sono presenti in quest'area, una vive in Sardegna, una in Corsica con una sottofamiglia in Capraia e una terza all'Elba, Giannutri, Argentario e costa Toscana. Questo risultato è assolutamente sorprendente perché non solo sembra supportare l'esistenza di Coenonympha elbana come endemismo toscano, ma anche di due diverse entità (specie?), un tempo riunite sotto il nome comune di Coenonympha corinna. Altri studi saranno necessari per chiarire definitivamente la distribuzione e lo stato specifico delle varie popolazioni, non solo in questo gruppo. Ad ogni modo, il barcoding delle farfalle di quest'area rappresenterà una pietra miliare nella studio delle tassonomia e nella conservazione delle farfalle Mediterranee. E' doveroso ribadire che niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza il supporto logistico e amministrativo del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e del Parco Regionale della Maremma e ci piace sottolineare il particolare entusiasmo mostrato dalla direttrice del primo (Franca Zanichelli) e la presidente del secondo (Lucia Venturi). Lo studio del barcoding in entrambi i Parchi è stato accompagnato da iniziative di divulgazione e da azioni di citizen science in cui i cittadini sono stati coinvolti al fine comprendere l'importanza della mappatura genetica delle farfalle e per aiutarci nelle raccolte degli esemplari necessari alle analisi».
Il progetto è frutto della collaborazione tra Legambiente ed alcuni dei più importanti gruppi di ricerca universitari impegnati nella descrizione e la salvaguardia delle farfalle europee operanti sia in Italia sia all’estero. Al progetto partecipa il gruppo di Biogeografia ed Ecologia della Brookes University di Oxford, guidato da Tim Shreeve, che studia i processi che determinano l’adattamento degli organismi ai recenti cambiamenti ambientali. Di questo gruppo dal 2013 fa parte anche Leonardo Dapporto che nel 2009 ha ideato e creato con Legambiente il Santuario delle farfalle Ornella Casnati all’Isola d’Elba e che nel 2011 ha scoperto che la sottospecie italiana Zerynthia polyxena rappresenta una specie distinta, endemica dell’Italia, mentre la Zerynthia cassandra si è rivelata essere una nuova sottospecie endemica dell’Isola d’Elba. Un successivo studio molecolare, portato avanti con altri componenti di questo progetto, hanno confermato l’ipotesi. Il 2 giugno il Santuario delle farfalle dell’Isola d’Elba ospiterà l’ormai tradizionale Festa delle Farfalle organizzata da Legambiente e Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che, dopo il Butterfly Walk nel sentiero del Santuario, guidati dall’entomologo Leonardo Forbicioni, si concluderà con panzanella, vino e prodotti tipici per tutti all’area picnic di Monte Perone.
Al progetto Barcoding Italian Butterflies partecipano anche il Laboratorio di Evoluzione e Biodiversità delle Farfalle di Barcellona, che studia la biodiversità e l’evoluzione delle farfalle integrando dati molecolari, citogenetici e morfologici e che è coinvolto in diversi progetti internazionali volti a chiarire i rapporti filogenetici tra le farfalle europee e a scoprire nuove specie criptiche; il Laboratorio di zoologia del dipartimento di scienze della vita e biologia dei sistemi dell’università di Torino, che si è occupato a lungo di studi ecologici, filogenetici e biogeografici centrati soprattutto sui lepidotteri diurni e che attualmente supporta il Ministero dell'ambiente nella stesura di Database e Liste Rosse ed è rappresentante italiano della Butterfly Conservation Europe; l’Unità di ricerca per la selvicoltura in ambiente mediterraneo di Cosenza del Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, che dal 2013 si occupa anche di conservazione della biodiversità negli ecosistemi forestali del Mediterraneo con particolare riferimento all’Italia meridionale. Stefano Scalercio, ricercatore dell’Unità coinvolto nel progetto BIB, studia la distribuzione delle specie di lepidotteri nel paesaggio mediterraneo al fine di valutare i rischi che le farfalle corrono a causa di cambiamenti ambientali di diversa origine.
Calabria e Basilicata sono state scelte per la Butterfly Week perché sono situate in una posizione chiave nel Mediterraneo perché uniscono due tra le aree a maggior ricchezza e individualità genetica conosciute in Europa, il comprensorio Alpino-Appenninico e la Sicilia. I ricercatori evidenziano che «Le indagini preliminari dal progetto Barcoding infatti suggeriscono che l’Appennino merionale rappresenti una chiave di volta dove si incontrano e si mescolano popolazioni provenienti da una gran numero di aree diverse (Sicilia, Alpi, Balcani) a seguito della complessa evoluzione climatica degli ultimi millenni e delle ultime decine e centinaia di migliaia di anni. Portare alla luce una tale miniera di diversità rappresenta il punto di partenza per provvedere al suo mantenimento tramite la pianificazione di azioni specifiche basate su rigorose analisi genetiche e biogeografiche».
In vista della Butterfly Week in Calabria e Basilicata, che interesserà Monte Vulture, Murgia Materana, Parco Nazionale del Pollino e Sila Greca, il team di ricercatori internazionale fa il punto della situazione: «Dopo circa 1 anno di attività abbiamo sequenziato l'85% delle specie Italiane (circa 250 specie). Di molte specie siamo inoltre riusciti ad ottenere campioni da diverse aree d'Italia in modo da poter capire se esistano situazioni analoghe al caso di Zerynthia polyxena/Z. cassandra. Abbiamo inoltre barcodato interamente la fauna del Parco dell'Arcipelago Toscano e del Parco Regionale della Maremma mentre le farfalle del Parco Nazionale della Sila e della Provincia di Biella saranno sequenziate durante i prossimi mesi. Ancora 40 specie mancano all'appello ed per alcune aree abbiamo pochi o nessun esemplare, un gap che verrà colmato durante il secondo anno di attività».
Intanto all’Elba e in Calabria e Basilicata è tutto pronto per fare ricerca, citizen science e festa con le farfalle.