Pescatori ed altri operatori marittimi stanno segnalando a Legambiente Arcipelago Toscano un vero e proprio assalto al mare di Pianosa da parte soprattutto di imbarcazioni da pesca delle marinerie della costa toscana.
In una segnalazione inviata a Parco Nazionale, Capitaneria di Porto, Corpo Forestale dello Stato e ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico, il Cigno Verde isolano spiega che «Le modalità del saccheggio di un’area marina a tutela integrale, che è anche Zona di protezione speciale dell’Unione Europea ed è compresa nel Santuario internazionale dei Mammiferi Marini Pelagos e nelle aree “Uomo e Biosfera” (MAB) dell’Unesco, sono le stesse già più volte denunciate da Legambiente negli anni passati: il primo segnale dell’attrezzo da pesca viene posto al limite dell’area marina protetta, mentre reti o palamiti vengono calati all’interno dell’Area tutelata; oppure si penetra direttamente nell’area marina protetta e si calano reti o palamiti con segnali affondati a circa tre metri di profondità e quindi invisibili dalla superficie se non dopo un attento controllo».
La presidente di Legambiente Arcipelago Toscano, Maria Frangioni, sottolinea: «Da quanto ci vene riferito da diverse fonti, questi pirati del mare stanno facendo mattanza di dentici e di altro pesce pregiato, distruggendo la fauna marina di un’Isola che lo Stato Italiano ha deciso nel 1997 di proteggere integralmente affidandola al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e che è stata valorizzata con boe dedicate ai diving centers che hanno rivelato l’integrità e la bellezza di fondali unici nel Mediterraneo e che dovrebbero essere tutelati da bracconieri che danneggiano anche i pescatori onesti.
Il 9 giugno l’assalto dei pirati del mare a Pianosa è stato denunciato dal rappresentante delle associazioni ambientaliste nell’ultimo Consiglio Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e Legambiente Arcipelago Toscano chiede un pronto intervento per individuare le reti pirata e sanzionare pesantemente i bracconieri.
La Frangioni conclude con una sollecitazione rivolta in particolare al ministero dello sviluppo economico: «In una situazione così delicata, sembra quindi incredibile che il progetto di videosorveglianza marina di Pianosa del Parco Nazionale – già approvato, finanziato e pronto per diventare operativo – che permetterebbe di individuare i bracconieri ed avrebbe sicuramente reso impossibile quanto sta succedendo, risulti bloccato al Ministero dello Sviluppo Economico per una questione di frequenze, pertanto si invita gli Enti preposti a sbloccare immediatamente la richiesta del Parco Nazionale».