La ricerca “Heavy metal, sex and granites: Crustal differentiation and bioavailability in the mid-Proterozoic” pubblicata da Geology, la rivista della Geological society of America, potrebbe rivoluzionare le teorie sull’evoluzione della vta sulla terra, o meglio su cosa abbia innescato l’evoluzione.Un team di 5 scienziati della School of Geosciences dell’università di Aberdeen e dello Scottish universities environmental research centre, spiega che «Studi biogeochimici e genomici hanno suggerito che la disponibilità di tracce di metalli sia stata essenziale per la progressiva evoluzione della vita sulla Terra. In particolare, l'evoluzione degli eucarioti in diverse e complesse forme di vita multicellulare è stata legata alla disponibilità di tracce di metalli. L’irradiazione degli eucarioti, e l'evoluzione del sesso, è fatta risalire al Mesoproterozoico, ma a quel tempo i metalli potrebbero essere stati sequestrati preferenzialmente in un oceano di solfuro profondo. Tuttavia, l'aggiunta di un volume enorme di nuova crosta per formare un supercontinente circa 1,9 Ga, incluso un episodio senza precedenti di “within-plate anorogenic magmatism”, ha portato ad un nuovo straordinario flusso dei metalli verso la crosta superiore nel tardo Paleoproterozoico-Mesoproterozoico. La comparsa di solfati evaporiti circa 1,7-1,6 Ga indica un'ampia erosione di solfuri metallici. L’erosione del supercontinente nei sedimenti del Mesoproterozoico ha introdotto metalli essenziali nei “serbatoi” di superficie, fornendo un ambiente biogeochimico migliore, favorevole all’espansione dell’evoluzione del biota».
Quindi il granito, grazie ad un gigantesco mutamento del nostro pianeta avvenuto più di 1,5 miliardi di anni fa, avrebbe reso possibile innescare quell'evoluzione della vita sulla Terra che ha portato agli esseri umani. John Parnell (nella foto) dell'università di Aberdeen spiega che «Oltre 1,5 miliardi di anni fa si è avuto un periodo di transizione che ha portato l'evoluzione della vita dagli organismi unicellulari, la forma di vita più semplice ed elementare, ai più complessi organismi multi-cellulari. I nostri risultati hanno prima volta individuato il collegamento che ad un certo punto sia stata la grande quantità di granito nella crosta terrestre che ha contribuito a fare in modo che questo si verificasse».
Il pianeta 1,5 miliardi di anni fa aveva una crosta terrestre particolarmente densa, profonda e calda, al suo interno le rocce fondevano e riemergevano in superficie, dove si sono raffreddate ed hanno formato il granito. I metalli contenuti nel granito, in particolare zinco, rame e molibdeno, sono stati erosi e le cellule semplici che allora erano la forma predominante della vita sul pianeta, li hanno incorporati. Parnell è convinto che «E’ stata l'introduzione dei metalli in questi organismi unicellulari che ha cambiato la loro chimica ed ha permesso loro di evolvere verso i complesse organismi multi-cellulari che sono stati il primo passo verso una maggiore diversità della vita sulla Terra. Quando una cellula è più complessa vuol dire che può svolgere più funzioni ed una delle nuove funzioni dei complessi organismi multi-cellulari che si sono sviluppate in quell’epoca è la riproduzione sessuale. La mescolanza di geni che sono il risultato della riproduzione sessuale, fornisce le variazioni che permettono la selezione naturale, che spingono l'evoluzione. Quello che i nostri risultati hanno rivelato è che senza l'alta densità del granito, non ci sarebbe stato abbastanza metallo per permettere a queste cellule di diventare più complesse e, in definitiva, questo key point nell'evoluzione che alla fine ha portato alla vita umana sulla Terra, non avrebbe potuto aver luogo che in quel momento».
Questa ipotesi è rivoluzionaria e sfida la teoria prevalente che siano stati i cambiamenti nella chimica dell'oceano a consentire alla vita di intraprendere questa evoluzione verso la complessità. La vita sulla Terra dovrebbe aver avuto origine più di 3,5 miliardi di anni fa, con le cellule procariote, che non hanno un nucleo. Le cellule eucarioti con il nucleo si sono evolute circa 2 miliardi di anni fa, poi hanno proliferato e dopo sono arrivati i primi organismi pluricellulari che hanno sviluppato la riproduzione sessuale. Secondo il team britannico i progressi essenziali dell’evoluzione della vita corrispondono al maggiore accesso ai metalli tra 1,5 a 2 miliardi di anni fa. «Nessuno aveva pensato in questo modo prima», conclude Parnell e Ariel Anbar, un geologo dell’Arizona State University, conferma che «E' veramente interessante e intrigante. Molti di noi nella comunità scientifica avevano notato vagamente che ci potesse essere questa correlazione e ci siamo chiesti se ci fosse qualcosa. L’articolo dà da pensare. La maggiore disponibilità di ossigeno nell'ambiente potrebbe essere stato maggiormente responsabile della crescente complessità della vita. Tuttavia, i processi complessi possono avere diversi fattori. Penso che tutti noi dovremmo essere cauti nel dire: “Oh, questo è stato il fattore chiave”. Ci sono probabilmente molteplici fattori, indipendentemente dalla causa principale che ha reso disponibili nuovi elementi per la vita antica, metalli come rame, molibdeno, zinco e rimangono importanti. Molte persone sanno che abbiamo molto ferro nel nostro corpo e si può vedere dal colore rosso del nostro sangue. E nei nostri corpi abbiamo altrettanto zinco che ferro».