La Regione Toscana intende legiferare a tappe forzate sulla 'emergenza' ungulati. La Giunta Regionale ha già varato un testo che adesso sta iniziando l'iter consiliare. Da tutta la fase in Giunta le Associazioni ambientaliste sono state completamente escluse, saltando qualsiasi processo partecipativo. Finalmente adesso riusciamo a vedere il testo prodotto dalla Giunta e cosa ci troviamo? Solo e soltanto il fucile.
E' ben noto come il problema ungulati sia nato con le reintroduzioni di ungulati a fini venatori e poi con le attività di foraggiamento e connessi, nonché di prelievo commisurato al mantenimento della più prospera attività venatoria. Ebbene, ad un problema creato e alimentato in decenni dai cacciatori si risponde semplicemente dando ancora più spazio ai cacciatori stessi e addirittura creando anche una filiera di “valorizzazione delle carni” che alimenterà da parte dei cacciatori anche interessi economici e non solo 'ludici' nel far prosperare gli ungulati sul nostro territorio.
Si tratta di una strage programmata che non porterà a nessun risultato se non insanguinare ulteriormente le nostre campagne e mettere a rischio anche tutti i cittadini, lasciando circolare in ogni dove e probabilmente in ogni periodo dell'anno persone armate di fucili da guerra con gittate anche di oltre 1 km (oppure con 'archi da almeno 60 libbre di potenza').
La Regione Toscana continua a ragionare solo sul fucile per venire incontro agli appetiti del mondo venatorio, e dimenticando gli interessi di tutti gli altri cittadini, compresa addirittura la sicurezza. Si scrive nella proposta di legge che i cacciatori dovranno indossare giubbotti 'ad alta visibilità', ma forse si dovrebbe scrivere che tutti i cittadini dovranno d'ora in poi girare con giubbotti colorati per sperare di poter evitare di essere presi a fucilate.
Tutto questo perché viene praticamente ignorata nella proposta della Giunta regionale la maggiore efficacia delle catture, almeno per il cinghiale, affidata direttamente alle aziende agricole.
Le catture infatti dovrebbero sostituire quanto più possibile lo sparo ed essere condotte direttamente dalle aziende agricole con i necessari sostegni ed incentivi (invece le si limita a situazioni periurbane o laddove gli altri metodi abbiano fallito). Perché non utilizzare il metodo delle catture in via prioritaria rispetto alla caccia ?
Nulla del tutto si dice poi sulla possibilità di sperimentare forme di contraccezione, almeno in aree specifiche.
La filiera commerciale sulle carni, con i relativi proventi, invece di essere riservata esclusivamente agli agricoltori a risarcimento dei danni subiti, viene creata a beneficio e misura dei cacciatori, che con questo ulteriore stimolo non smetteranno mai di alimentare la diffusione degli ungulati sul nostro territorio.
Le stesse aree protette rischiano di essere aperte liberamente alla caccia agli ungulati se gli Enti gestori non adotteranno metodi ecologici alternativi che la nuova norma però non incentiva e favorisce. I cacciatori potrebbero riuscire nell'impresa che tentano da anni, cioè usare l’emergenza ungulati da loro stessi creata per entrare liberamente in parchi e riserve naturali.
Infine si arriva a modificare anche la legge 48/1994 sulla circolazione fuori-strada dei veicoli a motore, permettendo ai cacciatori di muoversi con le loro auto anche nelle aree dove questo è invece vietato a tutti gli altri cittadini. Un altro affronto all'ambiente.
Si tratta di una proposta di legge gravissima, che apre una stagione di sangue sul nostro territorio senza avere alcun elemento in grado di affrontare davvero quelli che sono i problemi esistenti. Viene da chiedersi: ma veramente si vuole affrontare questi problemi?
La cosiddetta 'emergenza ungulati' è una emergenza voluta e meticolosamente costruita a tutela degli esclusivi interessi del mondo venatorio. La nuova proposta di legge in Consiglio Regionale lo dimostra ancora una volta.
WWF - Toscana