Il campo di volontariato velico di Legambiente e Diversamente Marinai in corso nell’Arcipelago Toscano ha realizzato la sua terza pulizia di spiagge tra l’Elba e il Giglio.
Come spiegano due volontarie, :Paola Mazza Rebaudo e Silvia Scalzi, «Questo, come gli altri campi svolti nell'Arcipelago Toscano, realizzati da tre anni a questa parte nel periodo estivo, è frutto di una partnership di successo tra Legambiente e Diversamente Marinai, che impegna volontari di verse età (dai campi under 18 agli over 18) e provenienti da tutta Italia in attività di pulizia ambientale e la sensibilizzazione sull'argomento. Tali attività si inseriscono all'interno di un programma settimanale che prevede anche scuola vela e stile di vita "eco-friendly " a bordo delle imbarcazioni messe a disposizione da Diversamente Marinai».
Paola e Silvia sottolineano che la pulizia del 4 agosto «ha interessato la cala Smeraldo, una piccola e suggestiva scogliera, dove si annidano rifiuti portati dal mare e lasciati da visitatori poco attenti. In poche ore sono stati raccolti 4 sacchi, principalmente plastica e polistirolo che sono stati poi smaltiti ottenendo un impatto benefico per la cala. Positivo anche l'interesse suscitato dai volontari nei confronti degli altri bagnanti presenti che, oltre ad essersi informati sull'attività in corso, si sono complimentati esprimendo la loro gratitudine e solidarietà per il lavoro svolto».
L'azione di Legambiente e Diversamente Marinai continua ancora per tutta l'estate, con attività di pulizia mirate soprattutto a piccole spiagge e baie “dimenticate” ma nelle quali il mare accumula la “marine litter”, frutto della cattiva gestione, recupero e riuso dei rifiuti e dell’incuria. I giovani volontari provenienti da tutta Italia stanno dando un concreto contributo alla salvaguardia ambientale di Isole protette e nel cuore del Santuario internazionale dei mammiferi marini “Pelagos”.
«I dati raccolti a bordo di Goletta Verde e dalle imbarcazioni di Diversamente Marinai, così come quelli raccolti dai nostri volontari nell’indagine sulla Beach litter, confermano la gravità di un problema denunciato anche dalla comunità scientifica internazionale e per il quale bisogna adottare urgenti misure di intervento e prevenzione – dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana – E’ fondamentale riunire attorno ad un tavolo amministrazioni, cittadini e soprattutto le aziende che lavorano in mare ogni giorno per tentare di risolvere un problema verso il quale è possibile porre un freno solo se agiamo in tempo, contribuendo così anche a rilanciare i territori e l’economia locale. Eppure se si mettessero in campo delle politiche di prevenzione ad hoc, oltre a ridurre i rifiuti in mare, si avrebbero risultati non indifferenti. Con l’attuazione degli obiettivi Ue, l’adozione di un unico standard di valutazione, l’aumento del riciclaggio dei rifiuti e del packaging, la riduzione e la progressiva eliminazione delle discariche si potrebbe arrivare a una riduzione del 35,45% del marine litter e un ricavo sui costi di 168,45 milioni di euro l’anno. Così facendo si darebbe ancora più impulso all'economia circolare, con un indubbio ritorno economico e occupazionale, in particolare nel settore del riciclo, della riparazione e del riuso/riprocessamento dei prodotti, ma anche nel settore della bioeconomia».
Come sottolinea la portavoce di Goletta Verde Katiuscia Eroe, «E’ bene che, oltre alla Comunità Europea, anche l’Italia faccia la sua parte e raccolga la sfida lanciata dalla direttiva Marine Strategy ai Paesi membri: raggiungere il buono stato ecologico per i nostri mari entro il 2020. A Bruxelles in questi mesi è in discussione al Parlamento Europeo la strategia europea sull'economia circolare. Si tratta di una norma centrale per il nostro Paese, leader in questo settore, un elemento importante per rilanciare l'economia e combattere concretamente fenomeni come il Marine Litter, esplicitamente previsto nel pacchetto europeo. Solo con la prevenzione dei rifiuti, attraverso il riuso, il recupero dei materiali nella progettazione del nuovo, ed il ridisegno dei prodotti con bioplastiche, è possibile raggiungere un cambiamento radicale nel settore della pesca, responsabile per il 55% del marine litter nell'Adriatico. L'economia circolare è il tassello principale dell'economia del futuro».