Dopo l’imbarcazione segnalata ieri a al Grottone, dopo il peschereccio che pescava probabilmente entro il limite dell’area protetta, dopo la sfilza di ingressi abusivi di yacht multati e di reti e palamiti sequestrati dalla Capitaneria di Porto a Pianosa, oggi i visitatori di Pianosa si sono trovati di fronte a un nuovo clamoroso abuso: un panfilo tranquillamente ancorato nel Golfo della Botte, in piena area di protezione integrale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Ci risulta che sia stata avvisata la Capitaneria e il Corpo forestale dello Stato.
E’ chiaro che, dopo queste continue e giornaliere violazioni delle leggi e dei regolamenti, qualcosa vada rivisto nella protezione delle acque di Pianosa dai bracconieri e dai pirati del mare che, pur conoscendo bene quali siano i vincoli intorno a un’Isola il cui mare era protetto anche prima del Parco, continuano a violarlo contando sull’impunità e sulla carenza di una sorveglianza a mare continua e puntuale.
E’ chiaro che le telecamere del Parco non bastano per evitare queste violazioni, serve un’opera preventiva e serve che lo Stato Italiano, che ha istituito un Parco Nazionale e ha istituito con un Decreto Ministeriale la zona integrale protetta intorno a Pianosa, faccia rispettare le sue normative e la Zona di protezione speciale e la Zona speciale di conservazione dell’Unione europea a mare e a terra di Pianosa, dando al Parco, alla Capitaneria e alle altre forze dell’ordine mezzi e risorse per proteggere costantemente l’area protetta marina di Pianosa dai furbetti degli yacht e dai bracconieri del mare.