Dopo alcuni mesi di lavoro sul territorio da parte dei numerosi 'portatori di interesse', il progetto “Un PIT per l'Arcipelago Toscano” - un piano integrato territoriale che punta all'utilizzo di 1,7 milioni di euro sui 7 disponibili in Toscana- è arrivato stamani alla stretta finale.
Nella sede del Parco Nazionale, all'Enfola, si è infatti tenuto il convegno che porterà, nei primi giorni di febbraio, alla sottoscrizione dell’accordo territoriale presentato nell'occasione. In ballo c'è la possibilità, per 13 aziende agricole dell'Elba, una decina (alcune da confermare) del Giglio e 4 di Capraia, di accedere ai finanziamenti previsti dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) gestito per le proprie competenze dalla Regione Toscana.
Si tratta di interventi, finanziabili dal 40 al 100%, che puntano a coniugare salvaguardia ambientale e del paesaggio con le imprese agricole che in quei luoghi e paesaggi operano, compresi gli interventi di messa in sicurezza idrogeologica (e questo giustifica la presenza tra i partner, del Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa).
Capofila del progetto è l'Università di Firenze attraverso Il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente, (relatore il Dr. Enrico Palchetti che ha illustrato il quadro generale e i settori di intervento); lo stesso PNAT, copromotore del convegno con l'Università, ha sottolineato con il Presidente Gianpiero Sammuri il doppio valore di investimenti che riguardano appunto la salvaguardia ambientale e la qualità produttiva agricola.
Presente anche la Banca dell'Elba in quanto istituto territoriale con vincoli statutari all'intervento locale, a ribadire una sponda per l'accesso a quelle risorse eventualmente necessarie alle Aziende agricole per far fronte alle quote di cofinanziamento necessarie alla realizzazione dei progetti.
Entro l'inizio dell'estate la Regione Toscana deciderà quali progetti, tra i circa 15-20 attesi, risulteranno assegnatari e in quale misura, delle risorse a disposizione.
CR