Rispondendo pubblicamente a una richiesta di chiarimenti - non inviata alla stampa - di Legambiente Arcipelago Toscano su quanto in via di realizzazione nell’area dell’ormai ex Dormentorio, il Sindaco di Rio Marina Renzo Galli scrive: «Legambiente lamenta ora le modalità di esecuzione dei lavori e la realizzazione di una vera e propria discarica con i materiali di risulta che deturpano l’ambiente circostante protetto dal piano del PNAT.
Dalle verifiche eseguite in loco dai tecnici comunali non risulterebbe tutto ciò, ma la semplice presenza di un cantiere preposto alla demolizione del precedente fabbricato e alla sua riedificazione senza aggiunte volumetriche».
In realtà Legambiente il 6 marzo 2017 scriveva al Sindaco: «ci è stato segnalato – attraverso foto le foto che alleghiamo - che nell’area dei lavori in corso al Dormentorio, nel territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e del Comune di Rio Marina e in Zona Zsc e Zps Elba Orientale, erano in corso grossi spostamenti di terra, ci siamo recati sul posto ed abbiamo potuto verificare che: accanto a dove è stato abbattuto il Dormentorio ed è stata realizzato un grande escavo e una platea di cemento, ci sono alcuni grossi sacchi bianchi per il conferimento dei detriti di cantiere, ma la gran parte dello scavo,
comprese macerie ed altri materiali sono stati sversati ed accumulati nella piccola scarpata ad est dell’ex edificio, interessando la vegetazione presente e senza nessun tipo di contenimento. Inoltre sembrerebbe sia stata aperta nella vegetazione una traccia per consentire il passaggio di diversi cavi». Quindi Legambiente chiedeva, come sempre in queste occasioni, delucidazioni al Sindaco e al Parco.
Dalla risposta risulta chiaro che il Sindaco Galli ha approfittato artificiosamente di una semplice richiesta di chiarimenti di Legambiente per sollevare una polemica che in realtà riguarda esclusivamente il Piano del Parco e una sua idea di sviluppo che ci pare molto datata, ma fatta passare per “sviluppo sostenibile”, formula ormai usata anche per perorare l’insostenibile.
Per il resto, lasciamo a chi avrà voglia di guardare le foto inviateci – che a questo punto rendiamo note – di valutare se lo spostamento di terra e macerie realizzato abbia avuto o meno un impatto sulla vegetazione protetta, sull'habitat boschivo e sul territorio di quello che comunque sarebbe un Parco Nazionale.
Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano